Sigonella, arrestati due ufficiali dell’Aeronautica con l’accusa di corruzione in esproprio dei terreni

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Guardia-di-Finanza

La guardia di finanza di Catania ha arrestato il 16 ottobre due ufficiali dell’aviazione militare italiana e alcuni funzionari pubblici per istigazione alla corruzione nell’ambito della procedura di esproprio per pubblica utilità di terreni adiacenti alla base militare di Sigonella.

Tra gli altri, sono finiti in manette il tenente colonello Matteo Mazzamurro e il luogotenente Giuseppe Laera. Nei loro confronti è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip. Le indagini, coordinate dalla Procura distrettuale di Catania, sono state condotte in Sicilia, Puglia e Lazio.

«La Finanza ha preso spunto dalla denuncia di un collaboratore di una delle società proprietarie dei terreni facenti parte dell’estesa area oggetto di esproprio. Le indagini hanno verificato che i due appartenenti all’Aeronautica militare, deputati a seguire l’iter amministrativo di tutta la procedura di esproprio di una vasta area (circa 100 ettari) confinante con la base aerea di Sigonella, hanno sollecitato il proprietario del terreno a versare una somma di denaro in contanti, garantendo in cambio diversi vantaggi», riporta ‘Il Corriere della Sera’.

«Grazie ai militari, il proprietario dei terreni ha ottenuto un indennizzo maggiore, fino a 35mila euro per ettaro, rispetto ai valori di mercato (18 mila euro) per l’esproprio del terreno. Un ampliamento, rispetto al progetto originario, dell’area da espropriare, così da garantire un maggiore vantaggio al privato, con conseguente aumento della spesa pubblica. Il veloce riconoscimento dell’indennità di esproprio, senza necessità di avviare contenzioso con la pubblica amministrazione», spiega il quotidiano.

Dalla procura hanno fatto sapere che «le indagini hanno consentito di accertare che i pubblici ufficiali sottoposti a indagine, in cambio della messa a disposizione della loro funzione, hanno, in più occasioni, richiesto al proprietario del terreno un illecito compenso, stabilito mediante un ‘tariffario’ che prevedeva una percentuale (dall’1 al 3 per cento) a favore dei pubblici ufficiali, in base all’aumento di valore dell’indennità di esproprio».

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