Pensioni quota 102: cosa ci sarà nella manovra 2022 del governo Draghi

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Grazie alla crescita dell’economia maggiore rispetto a quanto era stato previsto, il governo licenzierà una manovra espansiva per il 2022 da 23-25 miliardi di euro, di cui la maggior parte dovrebbe andare alla riduzione delle tasse. 

Si tratta di 8-9 miliardi, di cui 2,3 miliardi già stanziati con la precedente legge di Bilancio e più di 4 miliardi frutto di maggiori entrate con la fatturazione elettronica. Si sta prendendo in considerazione un taglio del cuneo fiscale sul lavoro dipendente e la soppressione del contributo a carico delle imprese per gli assegni familiari (vale circa due miliardi), visto che dal prossimo anno sarà previsto l’assegno unico per i figli con finanziamenti ad hoc.

Circa 4-5 miliardi dovrebbero servire per la riforma degli ammortizzatori sociali, per proteggere con la cassa integrazione anche le piccole imprese, come avvenuto all’inizio della pandemia. Un paio di miliardi dovrebbero andare alla sanità, per l’acquisto di vaccini e farmaci e per altre assunzioni, altri due miliardi servirebbero per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego e due miliardi per le missioni militari e altre spese indifferibili.

Un paio di miliardi sono stati previsti anche per gli interventi che sostituiranno Quota 100, che terminerà il 31 dicembre. Serviranno per ampliare la platea dei lavori gravosi ammessi all’Ape sociale, e forse per estendere il «contratto di espansione» (consente, a determinate condizioni, di andare in pensione fino a 5 anni prima) alle aziende fino a 50 dipendenti (ora è fino a 100). Tra le ipotesi anche Quota 102 (per esempio 63 anni e 39 di contributi o 64 e 38) per due anni.

Altri 27 codici, oltre ai 15 già esistenti per le attività gravose potrebbero dare accesso all’Ape sociale. Tra le nuove categorie che entrano nella definizione di «lavoro gravoso» ci sono i conduttori di impianti, i saldatori, i fabbri e gli operai forestali ma anche gli operatori della cura estetica. Non rientrano invece i bidelli e i macellai. Il presidente della Commissione sui lavori gravosi, Cesare Damiano, ha specificato che le 27 categorie rientrano in quelle che avrebbero titolo (dopo una scrematura da 92) ma non è detto che poi rientreranno tutte.

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