“Il problema non è vaccinare, ma tenere protette le persone. Se abbiamo vaccini che durano sei mesi, l’obiettivo non è vaccinare tot persone, ma fare vaccini migliori. Non è concepibile pensare di dare alla popolazione mondiale un vaccino che dà una protezione non duratura”.
Lo ha detto nel corso del suo intervento a Tagadà su La7, il professor Andrea Crisanti.
Per quanto riguarda la situazione epidemica, ha ricordato che “ciò che dà la maggiore indicazione sulla diffusione della trasmissione è l’indice Rt, che non ha nulla a che vedere col numero dei tamponi, ma quello dei sintomatici. Quindi, visto che è stimato che la prossima arriverà a 1, vuol dire che comincia la curva esponenziale. Più è alto questo numero e più velocemente cresceranno i casi”.
Sul green pass ha osservato: “Se fosse allineato alla durata del vaccino, avrebbe un impatto sul contagio. Ma dura un anno, mentre la protezione del vaccino dura sei mesi per la trasmissione”. A tal proposito il microbiologo ha sottolineato che “sicuramente i vaccinati sono più protetti dei non vaccinati di sviluppare sintomi gravi, perché c’è una protezione del 65-70 per cento dopo sei mesi”.
Secondo l’esperto bisogna comunque tener conto del fatto che “la protezione contro l’infezione si abbassa dal 95 per cento al 40 per cento dopo sei mesi”. Quindi, “Se ad un certo punto si vuole protrarre il green pass, si pone un problema logico di non facile soluzione: che facciamo con chi non ha avuto la terza dose? Che facciamo, lo aumentiamo a 18 mesi? E allora che validità ha?”.
“Sicuramente l’autorizzazione che ha avuto il vaccino Covid è diversa dalle approvazioni degli altri vaccini. Ma ora dopo 4 miliardi di dosi nella sostanza questo non è più un vaccino sperimentale”.
“Sicuramente è vero che quando si comincia a vaccinare su larga scala bisogna tener conto degli effetti a lungo termine, ma vanno valutati su uno-due anni. Ma non è mai capitato che un vaccino abbia creato effetti collaterali a lungo termine, anche quando sono stati usati virus vivi, che sono più pericolosi, non frammenti come in questo caso” ha concluso.