Green pass, Crisanti: «Ecco perché è un gioco ipocrita del governo»

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Per avere l’immunità di gregge si dovrebbe avere «l’85 per cento della popolazione protetta ma il vaccino dura solo sei mesi e la maggior parte delle vaccinazioni risale ad aprile-luglio, quelle persone dovrebbero essere rivaccinate».

Lo ha detto Andrea Crisanti al Fatto Quotidiano. Anche Fabrizio Pregliasco ritiene che l’immunità di gregge si raggiungerà «forse con il 90 per cento di vaccinati compresi i minori di 12 anni. Ma sulla vaccinazione dei figli più piccoli si è diffusa una certa paura».

Crisanti, direttore della Microbiologia dell’Università di Padova, sul governo Draghi e la gestione della pandemia, ha osservato: «Il problema è che hanno giocato ipocritamente con il Green pass e si sono incartati. Come fanno ora a dire che il vaccino dura sei mesi e le persone non sono più protette quando il Green pass vale per dodici mesi? Questo è il problema politico». 

Dopo sei mesi, la protezione contro la malattia grave «scende fino al 65-70 per cento» mentre la protezione dall’infezione «al 40 per cento». La terza dose, secondo Crisanti, è necessaria: «vaccinare anziani, ospiti delle Rsa, malati oncologici e fragili» ma questo non è sufficiente. «Finché avremo 10 milioni di non vaccinati il virus continuerà a circolare. Abbiamo un vaccino che funziona solo un po’, la battaglia è questa, siamo ancora in trincea. Dopo due anni lo stato di emergenza diventa uno stato ordinario e non va bene, questo dimostra che non ci hanno capito abbastanza», ha detto ancora l’esperto.

Il professor Fabrizio Pregliasco, direttore dell’ospedale Galeazzi di Milano, crede che il Green pass «è scollegato dalle vaccinazioni», e serve a «indurre alla vaccinazione» (basti pensare alla certificazione verde al lavoro). Dopo sei mesi «il vaccino comincia a perdere la sua efficacia ma la mantiene a buon livello per le forme più gravi, che è quello che cercavamo. Vedremo se sarà necessario rivaccinare tutti». Secondo Pregliasco prorogare ancora lo stato d’emergenza funziona per «facilitare le procedure burocratiche». Infine ha avvertito: «L’inverno potrebbe essere l’ultima battaglia, la vinceremo salvo che emerga una variante virale strampalata, più cattiva, ma non è così probabile».

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