Galli a La7: ‘Prima della terza dose è utile il test sierologico per misurare gli anticorpi. Mi resta sempre sullo stomaco che non sia gratuito’

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“Tutti gli studi che ci portano alla terza dose e a decisioni riguardanti particolari categorie di persone si fanno misurando gli anticorpi, che sono un chiaro correlato di protezione in vari lavori scientifici accreditatissimi. Mi resta sempre sullo stomaco il fatto che col SSN e nel contesto di un’attività medica e clinica non si possa andare a misurare gli anticorpi gratuitamente ai pazienti, perché comunque questa è una cosa importante”. 

Lo ha detto a “L’aria che tira” (La7) l’infettivologo Massimo Galli, sull’importanza dei test sierologici per valutare i tempi entro cui fare la terza dose.

“E non mi raccontino balle, dicendo che la misura degli anticorpi non è standardizzata: per decidere su una standardizzazione ci vuole veramente poco. Mi rimane l’arrabbiatura da medico pubblico, anche se in pensione, che non può prescrivere un sierologico in condizioni di necessità. Sono sempre stato molto cauto e riluttante sulla ‘terza dose maledetta e subito’. Sicuramente va fatta subito per le persone a rischio, ma ritengo che la generalizzazione della terza dose non veda un’urgenza assoluta. Sicuramente va presa in considerazione la possibilità della generalizzazione della terza dose” ha aggiunto l’esperto.

L’ex primario del reparto di malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, in un’intervista rilasciata al live YouTube di Fanpage.it, ha detto: “Non mi aspetto la grande impennata di contagi covid dell’anno scorso perché c’è tanta gente vaccinata però ci siamo un po’ illusi che non servisse subito una terza dose di vaccino e invece non è così ed è necessario un nuovo booster tenendo conto anche di quanto sta succedendo all’estero”.

“Questo virus si è già evoluto in una variante molto tosta e se si accumulano altre mutazioni può generare altre varianti ancora più cattive, quindi credo che potrebbe diventare una via obbligata usare vaccini continuamente adeguati” ha spiegato ancora il professore, ricordando che “Anche se i vaccini finora si sono dimostrati efficaci, col passare del tempo toccherà adeguare l’armamentario e impostare i futuri vaccini sulla variante predominate in circolazione, come accadde col vaccino antinfluenzale”.

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