“L’avevano detto subito: Antonveneta sarà l’inizio della fine”.
Così si legge in un articolo pubblicato da Milena Gabanelli, nella puntata della sua rubrica “Dataroom” sul “Corriere della Sera”.
A novembre 2007 il presidente Giuseppe Mussari – avvocato penalista nominato nel 2006 dalla Fondazione Mps – si accorda con il Santander per comprare Antonveneta per 9 miliardi. Bankitalia autorizza l’operazione. Monte si indebita per 3 miliardi e chiede ai soci un primo aumento di capitale per 5 miliardi.
“Pochi mesi dopo fallisce Lehman Brothers, le banche in tutto il mondo si ritrovano senza liquidità e devono intervenire gli Stati. A Siena nel 2009 arriva il primo prestito del Tesoro: 1,9 miliardi di Tremonti bond, dal nome del ministro dell’epoca. A luglio 2011 Mps prova a rimborsarli con un secondo aumento di capitale, da 2,1 miliardi. Metà li mette la Fondazione Mps guidata da Gabriello Mancini – esponente locale dell’allora partito della Margherita – che si indebita e punta tutti i suoi soldi sulla banca. Ma il momento è pessimo. Esplode la crisi degli spread sul debito sovrano; Mps ha in pancia decine di miliardi di Btp e quando a ottobre l’Autorità Bancaria Europea avvia lo stress test sui titoli di Stato la banca viene travolta, e quei soldi dell’aumento di capitale deve tenerli in cassa. Anzi, gli serve un prestito d’emergenza della Banca d’Italia a novembre 2011” si legge ancora.
“Va via il direttore generale Antonio Vigni, che viene rimpiazzato da Fabrizio Viola, scelto dalla Fondazione Mps. Mussari resterà presidente fino alla scadenza di aprile 2012, al suo posto arriverà Alessandro Profumo. Per riconfermare invece l’avvocato catanzarese alla presidenza dell’Abi, viene addirittura cambiato lo statuto. A gennaio 2013 esplode lo scandalo dei «derivati» Alexandria e Santorini, con le banche estere Nomura e Deutsche Bank” fa sapere la Gabanelli, che poi aggiunge: “la banca resiste, ma a giugno 2013 ha di nuovo bisogno dello Stato. Arrivano 3,9 miliardi di Monti Bond: metà servono a rimborsare il primo prestito, mentre per estinguere quello nuovo il Monte richiede agli azionisti un terzo aumento di capitale da 5 miliardi. Nel frattempo, però, sono entrate in vigore regole europee sui salvataggi bancari e Mps diventa sorvegliata speciale” racconta ancora.