Pensioni, la proposta di Draghi ai sindacati: a 62 anni con il sistema contributivo

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Il prossimo 16 novembre Maurizio Landini (Cgil), Luigi Sbarra (Cisl) e Pierpaolo Bombardieri (Uil) sono stati convocati a Palazzo Chigi per un incontro. 

Cancellata Quota 100, la legge di Bilancio prevede Quota 102, cioè la possibilità di lasciare il lavoro con 64 anni di età e 38 di contributi, solo per il 2022, in attesa di una completa riforma.

La proposta di Draghi ai sindacati sarebbe un’uscita dal lavoro a 62 anni con il sistema contributivo per tutti, abbandonando così il sistema misto di cui molti potrebbero ancora godere e soprattutto le varie ‘quote’. “Tornare al contributivo non significa necessariamente tornare alla Fornero com’era: lo sforzo che si può fare è mantenere l’impianto contributivo, ma costruire elementi di flessibilità che consentano di evitare alcune rigidità e andare così incontro ad alcune delle istanze del sindacato”, ha detto il ministro Orlando.

I sindacati rifiutano il ritorno alla Fornero così come un sistema contributivo per tutti, chiedono invece una maggiore flessibilità e propongono un’uscita a 62 anni oppure con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Ma la proposta, dal costo molto elevato, sembra non ricevere il consenso da parte dell’esecutivo.

Per i giovani, sempre più a rischio a causa della loro instabilità lavorativa, i sindacati propongono che ai fini della pensione vengano riconosciuti anche gli anni di formazione, oltre al riscatto gratuito della laurea. “I giovani – dice Sbarra della Cisl – rischiano una terza età dominata dall’insicurezza, dalla solitudine e dalla povertà: dobbiamo negoziare una pensione di garanzia”.

Come riporta il Corriere, il segretario Cisl sottolinea che “il tema della previdenza e delle pensioni non è solo economico ma riguarda anche la sostenibilità sociale”.

In vista dell’incontro di martedì, Landini aggiunge: “Potremo portare le nostre proposte di riforma, chiederemo maggiore flessibilità e tutele per giovani, donne e fragili ed è necessario intervenire sul sistema puramente contributivo che senza correttivi rischia di non stare in piedi”.

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