I dati di una ricerca pubblicata sul British Medical Journal e condotta su 80 mila persone in Israele, uno dei primi Paesi al mondo a cominciare la campagna vaccinale, confermano che i vaccini anti Covid non siano neutralizzanti e l’immunità cali con il passare del tempo.
In particolare, è emerso che il vaccino Pfizer fornisce un’eccellente protezione nelle prime settimane dopo la vaccinazione, ma il rischio di contagio per i vaccinati in tutte le classi di età comincia ad aumentare a 90 giorni dalla seconda dose e cresce sempre di più man mano che trascorre il tempo.
Lo studio è stato condotto dai ricercatori dei Leumit Health Services e si basa sull’esame delle cartelle cliniche elettroniche di 83.057 adulti (età media 44 anni) che tra maggio e settembre sono stati sottoposti a tampone molecolare almeno tre settimane dopo la seconda dose di vaccino e che in precedenza non avevano mai manifestato segni dell’infezione da SarsCoV2. Sono stati esclusi coloro che avevano contratto il Covid prima dello studio e chi aveva già fatto la terza dose di vaccino.
Dai risultati emerge che 7.973 partecipanti (il 9,6 per cento del totale) è risultato positivo al tampone, quasi tutti con variante Delta. L’analisi dimostra che, dopo la seconda dose di vaccino, il tasso di positività cresce col passare del tempo ed è è pari a:
1,3 per cento tra 21 e 89 giorni,
2,4 per cento tra 90 e 119 giorni,
4,6 per cento tra 120 e 149 giorni,
10,3 per cento tra 150 e 179 giorni
15,5 per cento dopo 180 giorni.
Rispetto ai primi 90 giorni dalla seconda dose di vaccino, il rischio di infezione è 2,37 volte più alto dopo 90-119 giorni, 2,66 volte più alto dopo 120-149 giorni e 2,82 volte più alto oltre i 150 giorni.
I ricercatori riconoscono che l’interpretazione dei dati è limitata dal disegno osservazionale dello studio e che non è possibile escludere l’influenza di altri fattori non considerati come il ceppo virale, il numero di familiari conviventi e la densità di popolazione. Si può comunque concludere che la protezione indotta dalle due dosi di vaccino di Pfizer-BioNTech cala nel tempo e il rischio di contagio aumenta progressivamente dopo i primi tre mesi. I risultati suggeriscono che potrebbe essere giustificata la considerazione di una terza dose di vaccino in tempi ravvicinati.