Le due aziende occupate nella sperimentazione Merck e Ridgeback Biotherapeutics, in una nota congiunta, fanno sapere che sono disponibili i dati di tutti i partecipanti iscritti nel trial (1.433 pazienti, ad ottobre erano 775).
Dai dati sull’antivirale molnupiravir, emerge una riduzione dell’ospedalizzazione e dei decessi del 30 per cento rispetto all’iniziale 50 per cento annunciato ottobre, quando lo studio non era ancora completo.
Si evidenzia che quasi il 7 per cento dei pazienti che ha ricevuto il farmaco di Merck entro cinque giorni dall’esordio dei sintomi è finito in ospedale, uno è morto. Il 10 per cento dei pazienti che ha assunto il placebo è stato ricoverato, nove i decessi.
Più nel dettaglio, come specifica la nota, il farmaco ha ridotto il rischio di ospedalizzazione o morte dal 9,7 per cento (68/699) calcolato nel gruppo placebo al 6,8 per cento (48/709) del gruppo trattato con molnupiravir con una riduzione del rischio assoluto del 3 per cento e una riduzione del rischio relativo del 30 per cento. I dati dell’analisi ad interim mostravano una riduzione del rischio di ospedalizzazione o morte dal 14,1 per cento (53/377) nel gruppo placebo al 7,3 per cento (28/385) nel gruppo molnupiravir, per una riduzione del rischio assoluto del 6,8 per cento e una riduzione del rischio relativo del 48 per cento. «L’analisi ad interim e le analisi aggiuntive supportano l’efficacia e la valutazione complessiva favorevole del rapporto rischio-beneficio di molnupiravir per il trattamento di Covid-19 da lieve a moderato negli adulti ad alto rischio di progressione della malattia», si legge in una nota.
La Food and Drug Administration degli Stati Uniti (Fda), ha affermato che la pillola sperimentale per il Covid-19 della Merck è efficace contro il virus ed ha pubblicato una sua analisi sulla pillola prima di un incontro pubblico la prossima settimana. Gli esperti hanno però sollevato dubbi sulla sua sicurezza in gravidanza evidenziando diversi possibili rischi, tra cui possibili tossicità e malformazioni alla nascita.