“Omicron è una variante che è diventata preoccupante, perché ha ben 38 mutazioni e soprattutto ha tutte quelle mutazioni nella proteina S che, nelle varianti precedenti a questa, sono correlate a immunoevasività e maggior contagiosità”.
Lo ha detto a Sky Tg24 il presidente dell’Aifa Giorgio Palù.
La variante Omicron sembra essere più contagiosa della variante Delta, attualmente dominante, e minaccia l’efficacia dei vaccini. La variante Omicron “ha anche altre 23 mutazioni in altri punti del genoma, alcune importanti perché legate a geni che regolano la replicazione del virus”, ha aggiunto il professore. “Quello che però dobbiamo guardare con attenzione è che ci vuole un po’ di tempo per fare gli esperimenti giusti. Per esempio, per verificare se è più immunoevasiva, bisogna ricostruire un virus chimerico che abbia sulla sua superficie la molecola S, per questo ci vorranno un paio di settimane” ha fatto sapere.
Anche il professor Alessandro Vespignani ha commentato la situazione attuale dicendo: “Le agenzie internazionali stanno alzando il livello di allarme rispetto a Omicron. Questo non è perché si divertono ad agitare la politica e i mercati. Lo fanno sulle analisi di risultati che preliminarmente cominciano a circolare tra addetti ai lavori”. “Questo non è allarmismo, ma valutazione del rischio epidemiologico che emerge dalla discussione di centinaia di scienziati di tutte le discipline, policy maker etc. La scienza non è quello che pensa lo scienziato Y o lo scienziato Z. La scienza è un processo collettivo”, ha sottolineato il il fisico in una serie di tweet sulla variante Omicron.
“Dovrebbe essere chiaro che le agenzie di salute pubblica non lavorano guardando i grafici e le dichiarazioni su Twitter. Appena scattata l’allerta le agenzie hanno mobilitato centinaia di scienziati, work group etc. che hanno cominciato a produrre analisi”, ha scritto il docente della Northeastern University. “Questi risultati, giustamente e con senso di responsabilità, non vengono tutti diffusi sui media/social a meno che non siano definitivi e solidi. Questo però non toglie che dopo oltre una settimana ci sono analisi e dati preliminari che vengono discussi con attenzione. Purtroppo al momento molte di queste analisi, certamente da confermare, non hanno un segno positivo – ha scritto ancora – Unitamente alla dispersione della variante (centinaia di casi/35 paesi- e questa è solo la punta dell’iceberg), le agenzie vanno a rafforzare il livello di allerta”.
“Assicuro, le agenzie non vedono l’ora di fare marcia indietro se emergeranno buone notizie (tutti ci speriamo e ancora mancano informazioni importanti). Per ora però – ha concluso il fisico – è loro dovere convogliare la richiesta di ‘attenzione’ che emerge dal lavoro della comunità scientifica”.