Per l’anno in corso, 2021, il decreto ministeriale che contiene il tasso di adeguamento all’inflazione dei trattamenti pensionistici corrisposti nell’anno 2021 rispetto al 2020 ed indica, in via previsionale, l’adeguamento da applicare dal 1° gennaio 2022, conferma che le pensioni non hanno subito alcun adeguamento.
Validando la previsione del novembre 2020, fissa all’1,7 per cento il tasso di rivalutazione provvisoria da applicare dal 1° gennaio 2022. Gli aumenti sono dovuti alla necessità di compensare l’incremento dei prezzi.
La rivalutazione dell’1,7 per cento varierà a seconda della fascia di appartenenza di ciascun pensionato, torna quindi in vigore il sistema a “scaglioni” (secondo la legge 288/2000), più vantaggioso per il pensionato, perché le decurtazioni del tasso di rivalutazione si applicano solo sulle quote di assegno superiori a certe soglie.
Le pensioni di importo fino a quattro volte il minimo, sino a 2.062 euro, vedranno l’incremento pieno dell’1,7 per cento; quelle di importo tra quattro e cinque volte il minimo, compreso tra 2.062 e 2.577 euro, avranno il 90 per cento dell’1,7 per cento (una rivalutazione effettiva dell’1,53 per cento) fermo restando la rivalutazione piena (1,7 per cento) dello scaglione sino a 2.062 euro; quelle di importo superiore a cinque volte il minimo, ossia oltre i 2.578 euro, otterranno un incremento del 75 per cento dell’1,7 per cento (una rivalutazione effettiva dell’1,275 per cento) fermo restando la rivalutazione piena dello scaglione sino a 2.062 euro e dell’1,53 per cento della fascia compresa tra 2.062 e 2.578 euro.
La bassa rivalutazione interessa solo l’annualità in cui ha effettivamente operato, ma tutti gli anni successivi. Inoltre dal 1992 tutti i trattamenti pensionistici non sono più agganciati agli aumenti contrattuali dei lavoratori in attività, ma solo all’inflazione, e in modo parziale.
Dall’anno prossimo, non si applicherà più il cosiddetto taglio delle pensioni d’oro. Le pensioni di importo più elevato (per il 2021 superiore a 100mila e 200 euro annui) non subiranno dunque più, dal 1° gennaio 2022, il taglio fisso in misura percentuale, attraverso l’applicazione di un contributo di solidarietà.
che schifo rubano cosi tanto che non anno più pudore, ne senso di colpa, e non voglio aggiungere altro ma questa gente non si vergogna di esistere al mondo?alla sua famiglia diretta farebbe tutto questo? lo sa che noi tutti e dico tutti su questa terra siamo fratelli! se avete un briciolo di coscenza perche?????????