Messina: arrestato per corruzione il comandante della polizia metropolitana

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A Messina, dicono i carabinieri, gli incidenti erano diventati un affare per sette persone finite agli arresti domiciliari

Sono coinvolti Antonio Triolo, il comandante della polizia metropolitana di Messina, il capo della Municipale di Letojoanni, Alessandro Molteni, l’ispettore Santo Trigila. In caso di incidenti a rimettere in sicurezza le strade venivano chiamati sempre gli operai di una ditta, la «Sos Strade» dell’imprenditore Antonino Navarria (pure lui ai domiciliari).

La Procura di Messina, guidata da Maurizio De Lucia, ha ottenuto il sequestro dell’impresa dal giudice per le indagini preliminari Maria Militello. Del sistema illecito avrebbero beneficiato anche l’imprenditore Andrea Lo Conti, la figlia di Molteni, Elisa, e la moglie di Triglia, Gaetana Cardile. Il primo è il titolare dell’impresa «La.Car», satellite della «Sos Strade», che interveniva con il carro attrezzi per rimuovere le auto danneggiate, mentre le due donne sono socie della «El.ta. Service», che si occupava del recupero dei crediti assicurativi per conto della «Sos strade».  

L’inchiesta è partita da un incidente. Qualcuno si accorse dell’anomalo intervento dei vigili urbani di Letojanni seppure l’impatto fosse avvenuto nel comune di Mongiuffi Melia. Una fonte confidenziale all’interno della macchina comunale ha spiegato che l’impresa «Sos strade» otteneva le commesse nonostante la convenzione fosse scaduta grazie all’aiuto di Triolo, che in quanto capo della polizia metropolitana (l’ex provincia), aveva la competenza su una grossa fetta delle strade del territorio messinese.

Tra le utilità ci sarebbero 2.400 euro incassati dalla «El.ta Service» per la realizzazione di convegno sugli autovelox. Triolo, invece, sarebbe stato ricompensato con una macchinetta del caffè, un telefono cellulare, mobili per l’ufficio e la promessa di fare lavorare la figlia. 

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