«Siamo ancora nella fase della crescita dei contagi, dell’espansione dell’epidemia. Questa crescita però sta rallentando, settimana dopo settimana».
Così il fisico Giorgio Sestili ha delineato un quadro della situazione pandemica in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
«Un mese fa da una settimana all’altra c’era una crescita del 50 per cento. Poi siamo passati ad un aumento del 25 per cento, arrivando agli ultimi sette giorni del 13 per cento» tuttavia «Stiamo raggiungendo il picco dei contagi, a Natale, circa 30 mila» ha previsto.
Dopo Natale, «Potremmo rimanere a lungo in un plateau, una fase stazionaria. Oppure cominciare a scendere con una velocità variabile» che dipende «dall’andamento delle vaccinazioni: nell’ultima settimana sono state somministrate 3 milioni di terze dosi, al ritmo di quasi 500 mila al giorno. È stata correlata a questo la diminuzione della crescita dei casi di positività» ha precisato l’esperto.
La velocità con cui la curva dei contagi potrebbe cominciare a scendere, potrebbe dipendere anche «Dalle misure che verranno prese: inserire le regioni nelle zone gialle vuol dire metterle in sicurezza. Sono importanti le misure di contenimento. Comunque l’effetto dei vaccini si vede ancora meglio andando ad analizzare l’impatto che hanno avuto sugli ospedali» ha aggiunto.
Per quanto riguarda la curva delle terapie intensive invece «Nell’ultima settimana sono aumentate del 15 per cento, in misura decisamente inferiore rispetto alle settimane precedenti. Dunque la curva si è ingobbita parecchio» ha fatto sapere.
«Per le terapie intensive – ha detto ancora il fisico – raggiungeremo il picco nel giro di pochi giorni. Lo stesso si può dire per l’evoluzione della curva dei decessi che nell’ultima settimana sono aumentati del 10 per cento, anche qui in misura molto minore rispetto alle settimane precedenti». Nel caso della curva dei decessi invece «in pochi giorni raggiungeremo il picco, verso l’inizio della prossima settimana» ha previsto.
La discesa del numero dei letti occupati in terapia intensiva e quello dei decessi è «decisamente correlato alle vaccinazioni. Vorrei essere ottimista» ha sottolineato.