Messina, nesso tra decesso e somministrazione del vaccino Astrazeneca: la relazione dei periti sulla morte di una insegnante

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“Si ritiene che il decesso della Turiaco sia da porre in relazione causale con la somministrazione del vaccino Astrazeneca”.

Lo hanno stabilito i consulenti della procura di Messina, dichiarando che la morte di Augusta Turiaco è correlata al vaccino della casa farmaceutica Astrazeneca, in quanto tutti gli esami istologici e di laboratorio hanno dato esito negativo per le altre ipotesi ma hanno confermato che la morte è avvenuta per la trombosi provocata dal vaccino. 

Poco dopo la somministrazione del siero anti Covid lo scorso 11 marzo, l’insegnante di Musica alla scuola media Caio Duilio Gallo, di Messina, aveva accusato forti mal di testa, infatti era stata ricoverata in ospedale. Si era aggravata, e dopo giorni di coma, lo scorso 30 marzo, è deceduta. Dagli accertamenti fatti – depositati lo scorso 30 novembre sul tavolo dei pm Federica Rende e Roberto Conte -, tra cui anche quelli del Policlinico mentre la donna era ancora in vita, è emerso: “In merito alle caratteristiche, all’entità e all’evolutività del quadro patologico manifestato della Turiaco, è esclusa la sussistenza di eventuali e ulteriori cause patogeniche alternative (attesa l’assoluta negatività in tal senso delle indagini di laboratorio eseguite sul soggetto, con esclusione di eventuali disordini immunitari e/o infezioni)”, hanno scritto il medico legale Fabrizio Perri, l’infettivologo Antonio Albanese e il patologo Giovanni Bartoloni nella relazione finale presentata in procura.

Quello di Turiaco era il primo caso nel Messinese, dopo almeno altre due morti in Sicilia pochi giorni dopo  la somministrazione del vaccino di AstraZeneca. Il 5 aprile, sarebbe morto l’avvocato Mario Turrisi, originario di Tusa, nel Messinese. Questi casi, seppur rari, hanno avuto un impatto sull’opinione pubblica, tanto che la provincia di Messina sarebbe risultata nei mesi successivi tra le meno vaccinate d’Italia. Poi, visti i rari casi di trombosi anche fatali, i paesi europei hanno introdotto soglie di età per la somministrazione del vaccino e da giugno i vaccini a vettore virale non sono stati più utilizzati per gli under 60.

Anche Genova è stato l’esito della consulenza tecnica per la morte della 18enne Camilla Canepa. Lo scorso ottobre infatti, i periti della procura ligure hanno accertato non ci fossero patologie pregresse e hanno ritenuto che il decesso della ragazza fosse da correlato alla somministrazione del vaccino sviluppato dall’Università di Oxford. 

Secondo i periti messinesi, tuttavia, non emergono responsabilità di medici e infermieri: “Quanto alla sussistenza di eventuali profili di responsabilità colposa – scrivono i periti nella relazione – a carico dei sanitari intervenuti nella vicenda, si ritiene opportuno rilevare come dall’esame della documentazione disponibile e considerati gli scarsi dati della coeva letteratura scientifica, oltre che l’assoluta incertezza normativa dell’epoca, l’attività del personale medico e infermieristico debba ritenersi esente da censure”. I genitori della professoressa, Paolo ed Helga Turiaco, assistiti dall’avvocata Daniela Agnello, hanno dichiarato: “Mai censurato l’operato del personale medico. Abbiamo, però, chiesto di accertare se la sperimentazione del vaccino, avvenuta in tempi straordinariamente accelerati, abbia seguito correttamente le linee guida e i protocolli previsti in materia, con corretto ed evolutivo aggiornamento degli stessi”.

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