Il consiglio di amministrazione della Rai, che giovedì scorso ha votato a maggioranza il piano di produzione e trasmissione 2022 della testata giornalistica regionale, ha deciso che non verranno più trasmessi telegiornali notturni regionali con 4 voti a favore, 1 contrario e 2 astenuti.
La decisione è stata presa dopo il polverone sollevato da Striscia la notizia per i costi sproporzionati rispetto all’offerta. In una puntata di metà novembre il tg satirico Striscia la notizia aveva denunciato gli sprechi Rai relativi ai telegiornali regionali notturni, quasi uguali a quelli del tardo pomeriggio della stessa giornata. Secondo un’interrogazione parlamentare, infatti, l’edizione notturna dei tg regionali Rai, in ragione degli straordinari notturni pagati ai giornalisti, costerebbe 4 milioni di euro l’anno in più rispetto alle edizioni del giorno. L’inviato Pinuccio di Striscia, ha dimostrato con tanto di esempi che l’edizione della notte del Tgr Rai, che va in onda alle ore 0.10, è praticamente uguale a quella delle 19.30.
L’ad della Rai Carlo Fuortes, ha dovuto annunciare durante un’audizione in commissione di vigilanza Rai la chiusura dei tg regionali della notte a partire dal 9 gennaio “per motivi assolutamente editoriali”, “con una presa di visione all’unanimità in consiglio di amministrazione”. Il sindacato dei giornalisti Rai, ha subito parlato di tagli indiscriminati.
Il dossier sospensione Tgr notturno è stato portato nuovamente in cda giovedì, trovando il favore non solo dell’ad Carlo Fuortes, ma anche della presidente Marinella Soldi, di Igor De Biasio della Lega e di Simona Agnes di Forza Italia. Due i voti contrari, quelli di Francesca Bria del Pd e Alessandro Di Maio del M5s. Un solo contrario, Riccardo Laganà, consigliere indipendente rappresentante dei dipendenti Rai.
Nel comunicato dell’esecutivo Usigrai (Unione sindacale giornalisti Rai) si legge che “il taglio di budget per cancellare la terza edizione della Tgr è stato deciso con una maggioranza risicata del cda: appena 4 voti a favore su 7, decisivo quindi il sì di Fuortes per avere la maggioranza. È questo il risultato di una azione unilaterale dell’amministratore delegato, senza alcun confronto sindacale e senza alcun progetto complessivo”. Il sindacato invita l’ad ad un ripensamento sui “tagli lineari che poco rispondono alle esigenze dei cittadini e dell’azienda e molto invece alle critiche di alcune parti politiche e di concorrenti privati”.