“Giorgia Meloni ne ha sparata un’altra delle sue. Il tema, ancora una volta, è il Reddito di cittadinanza”.
Così Leonardo Donno in un video pubblicato sul proprio profilo Facebook.
“Come se non bastasse definirlo ‘metadone di Stato’ e annunciare di volerlo abolire, la leader di Fratelli d’Italia si è spinta oltre. A detta sua è normale che dei lavori da 700 euro vengano rifiutati da chi percepisce il Reddito. Perché evidentemente per lei è normale che in Italia ci siano paghe di questo tipo…” ha spiegato l’esponente pentastellato.
La presidente di FdI qualche giorno fa infatti, ha dichiarato in conferenza stampa: “780 euro in una nazione nella quale molta gente lavora per 700 euro al mese, e delle volte anche qualcosa di meno, 40 ore settimanali, è un disincentivo al lavoro. In tutte le nazioni serie nelle quali ci sono strumenti di questo tipo, le somme che vengono riconosciute sono sensibilmente inferiori a quello che si percepirebbe lavorando”.
E il Portavoce del MoVimento 5 Stelle alla Camera, ha commentato: “Per Giorgia Meloni il problema non sono i salari troppo bassi, il problema non è che in Italia la gente lavora per 40 ore alla settimana o forse più per 600-700 euro al mese; per lei questo è tutto normale. Il problema è il Reddito di Cittadinanza, il problema è che è troppo alto, scoraggia il lavoro, e negli altri paesi europei è molto più basso. Tra l’altro questo è assolutamente falso”.
“Cara Giorgia, te lo dico con il cuore, hai stancato. Gli italiani non ne possono più della tua propaganda, becera propaganda, ma soprattutto non ne possono più dei tuoi attacchi ad una misura di civiltà come è il Reddito di Cittadinanza. Una misura che negli ultimi 11 mesi ha dato sostegno ad oltre un milione di famiglie” ha osservato Donno.
Una rilevante parte della società agiata è contro il reddito di cittadinanza, amano più la povertà altrui della loro ricchezza, dà loro più gioia. I politici di riferimento, non avendo nulla di dire, in nessun contesto, sposano un argomento che pensano possa dare consensi e lo portano avanti. Sanno bene di dire bestialità, ma per i voti sono disposti a tutto, senza poi minimamente argomentare i perché della loro scelleratezza. Continuiamo a chiamarli politici.