Dal 1° gennaio ripartirà la perequazione piena delle pensioni congelata nel 2020 a fronte di un’inflazione negativa dello 0,3 per cento. Una rivalutazione del +1,7 per cento sarà applicata in maniera decrescente al salire delle pensioni ma, a differenza del 2020, sarà calcolata in forma progressiva scaglione per scaglione per portare incrementi maggiori agli assegni più bassi.
Il doppio calcolo porterà le pensioni di importo fino a 4 volte il trattamento minimo, cioè sino a 2.062,32 euro ad ottenere l’incremento dell’1,7 per cento; quelle superiori a 4 e fino a 5 volte il trattamento minimo Inps, tra i 2.062,33 euro e i 2.577,90 euro, ad avere una rivalutazione dell’1,53 per cento, e la rivalutazione all’1,7 per cento dello scaglione sino a 2.062,32 euro. Le pensioni di importo superiore a 5 volte il minimo Inps, cioè oltre i 2.577,90 euro, otterranno un incremento dell’1,275 per cento, se rimane la rivalutazione dell’1,7 per cento dello scaglione sino a 2.062,32 euro e dell’1,53 per cento della fascia compresa tra 2.062,33 e 2.577,90 euro. Complessivamente una pensione di 2.000 lordi euro al mese godrà di un incremento sempre al lordo di 34 euro mensili, una pensione di 2.500 euro lordi al mese, localizzata cioè tra 4 e 5 volte il minimo Inps, otterrà quasi 42 euro al mese in più.
Nel dossier Inps, si precisa anche che il trattamento minimo Inps per l’anno 2022 (perequato all’1,6 per cento) sarà fissato a 523,83 euro (in luogo degli attuali 515,58 euro mensili) e l’assegno sociale dsi adeguerà da 460,28 euro a 467,65 euro al mese.
Per accedere alla pensione di vecchiaia l’importo soglia mensile dell’assegno pensionistico (che deve essere pari a 1,5 volte l’assegno sociale) aumenta da 690,42 euro a 701,47 euro. Per accedere alla pensione anticipata l’importo soglia mensile dell’assegno pensionistico (che deve essere pari a 2,8 volte l’assegno sociale) aumenta da 1288,78 euro a 1309,39 euro. Per arrivare in tempo ad erogare l’aumento, l’Inps spiega di aver ricalcolato gli assegni sulla base della perequazione che si è registrata nell’ottobre scorso e pari all’1,6 per cento per procedere poi con la rata di marzo ad un conguaglio fascia per fascia.