Pagamento in contante: dal primo gennaio scende a 1000 euro

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Dal 1 gennaio il tetto sui pagamenti in contante scenderà dagli attuali duemila a mille euro, come previsto dal decreto fiscale dell’estate del 2020 durante il governo Conte-bis che fissava un decalage con una soglia a duemila euro a partire dal luglio di un anno e mezzo fa e prometteva di scendere ancora, a mille euro appunto, dal primo gennaio 2022.

Dal 2022 si tornerà al livello fissato nel 2011 dal decreto Salva Italia e poi cambiato a partire dal 2016. Durante l’esame della manovra non sono passate le proposte, avanzate in particolare da Fdi, per alzare nuovamente il tetto. 

La misura punta a rafforzare la lotta al nero e la strategia cashless, infatti durante l’esame parlamentare del decreto legge Recovery è stata approvata una stretta che prevede che negozianti e professionisti siano tenuti a accettate il bancomat o le carte di credito come forme di pagamento, di qualsiasi importo si tratti. Chi dovesse rifiutarsi dovrà pagare una multa a partire da 30 euro, a cui si aggiungerà una percentuale in base al valore del prodotto o del servizio acquistato.

Sono state confermate tutte le misure più importanti della legge di bilancio del governo Draghi: la nuova Irpef a 4 aliquote (23 per cento, 25 per cento, 35 per cento, 43 per cento) e il restyling delle detrazioni con una clausola salva-bonus Irpef per i redditi bassi, l’addio all’Irap per 835mila autonomi, il pacchetto contro il caro energia, che comprende la possibilità di spalmare in 10 rate le bollette.

Sono stati rinnovati tutti i bonus casa, da quello mobili a quello idrico, e soprattutto allargato il 110 per cento. È stata una lunga battaglia dei partiti, a partire dal M5S, ma il governo rivendica le ragioni della propria contrarietà (aumento dei prezzi dei materiali e delle frodi, ha detto il presidente del Consiglio in conferenza stampa).

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