Ha confessato tre giorni dopo l’arresto in flagranza di reato, l’ex dirigente della Regione Puglia e della Protezione civile, responsabile dei vaccini e dell’ospedale per l’emergenza Covid nella Fiera del Levante.
Antonio Mario Lerario ha ammesso di aver intascato una tangente da 10 mila euro da un imprenditore della zona di Bari che opera nel settore dell’edilizia, con il quale Lerario ha negato di aver mai preso accordi di natura corruttiva. I reati che vengono contestati all’ex dirigente della Regione Puglia sono corruzione, turbativa d’asta e falso. Nel corso dell’operazione, il 23 dicembre, la Guardia di finanza lo ha fermato subito dopo averlo intercettato.
Nella sua auto erano state installate alcune microspie da diversi mesi. Quando le Fiamme gialle sono intervenute, Lerario aveva ancora con sé la busta chiusa con la tangente. Il procuratore Roberto Rossi e l’aggiunto Alessio Coccioli hanno insistito per la custodia in carcere, mentre la difesa ha chiesto la scarcerazione e gli arresti domiciliari. La decisione definitiva spetta al giudice per le indagini preliminari. La maxi indagine riguarda almeno cinque episodi corruttivi oltre a questo, nei quali sarebbero coinvolti almeno altri cinque imprenditori, alcuni dei quali legati alla struttura per l’emergenza Covid nella Fiera del Levante.
Anche l’imprenditore che ha consegnato la somma di denaro al dirigente della Protezione civile pugliese avrebbe ammesso l’addebito, nel corso dell’interrogatorio in qualità di indagato. L’imprenditore è titolare di una società che nello scorso mese di luglio ha vinto un appalto con la Protezione civile pugliese relativo al centro di accoglienza richiedenti asilo di Borgo Mezzanone, nella provincia di Foggia. Sembra che avesse in corso contratti di appalto per la somma di oltre 2 milioni di euro con la Protezione civile regionale. Il noto attivista sindacale dei braccianti Aboubakar Soumahoro denuncia da tempo gli affidamenti della regione Puglia ad associazioni e organizzazioni che sfruttano migranti.