“Se Conte torna con il nome di Draghi la vedo dura reggere i gruppi, l’unanimità sarebbe un miraggio”.
Così l’ex ministro Vincenzo Spadafora, sulle conseguenze che un eventuale appoggio di Conte alla candidatura dell’attuale premier al Quirinale, avrebbe sul Movimento 5 Stelle.
“Una proposta di bandiera come fu quella di Rodotà nel 2013 oggi non serve., perché la situazione è diversa, l’obiettivo è concorrere veramente all’indicazione del presidente della Repubblica. E probabilmente nelle trattative, per l’eterogeneità di posizioni del gruppo, sarebbe una forzatura che non darebbe risultati. Il problema è un altro” ovvero “non c’è chiarezza sul metodo. Ci è stato detto di fidarci, ma vedremo quando Conte tornerà con una proposta, solo allora potremo giudicare” ha osservato in un’intervista rilasciata all’Huffpost.
Conte, ha detto ancora Spadafora, “ha convocato assemblea per vedersi conferire un pieno mandato a trattare. È certamente un segno di debolezza, ma ci sta, la ratio è comprensibile. Ma deve muoversi insieme ai capigruppo nell’ambito di un perimetro che gli è stato dato dai gruppi parlamentari. Mettiamola così: è stato un utile esercizio di retorica per il leader. Sta a lui gestire le trattative. Ma attenzione, non è carta bianca per fare quel che vuole”.
“Tutti hanno sostenuto che sostenere questo governo ci è costato, e farlo ora cadere sarebbe una sciagura. E la continuità dell’esecutivo si garantisce con Draghi a Palazzo Chigi, è l’unica condizione. L’altra è il no alla candidatura Berlusconi” ha fatto sapere.
“L’eterogeneità è stata sempre elemento distintivo del M5s. Ma mi rendo conto che sia complicato definire una linea unitaria prima che capo politico abbia definito il percorso, non vedo nulla di strano nel dibattito. Il problema semmai è andare alla sintesi su un nome” ha aggiunto.
E su Mattarella ha affermato: “Io sono sicuro che se solo cogliessimo un segnale di disponibilità da parte sua sicuramente sarebbe il nome su cui convergerebbe tutto il M5s. Imbarazzante però sentire chi, negli altri partiti, invoca un mandato breve. Se quella è la scelta il mandato deve essere pieno”.