“Domani riprenderemo a fare queste telefonate con Berlusconi” per l’ ‘operazione scoiattolo’, “per la Camera ne andrebbero chiamati 65 e 35 per il Senato, quindi in questi giorni dovremmo contattarli tutti. Il primo che proveremo a sentire? Lello Ciampolillo…”.
Così Vittorio Sgarbi, ospite di Un giorno da pecora.
“Se tu ricevi una telefonata da qualcuno di Forza Italia” è un conto. “La reazione psicologica” ad una telefonata diretta di Berlusconi “è molto positiva. Poi, che questo comporti il voto, è una cosa molto difficile”, dice Sgarbi. “In questo momento Berlusconi è a Strasburgo e non credo possa parlare. In parte gli suggerisco io i temi da affrontare”, con i parlamentari che vengono contattati. “Ciampolillo non ha ancora risposto”, dice facendo riferimento ad un potenziale ‘obiettivo’. “Alla Camera ce ne sono 65, al Senato sono almeno 35”, dice rispondendo ad una domanda sulla platea da contattare. “A Berlusconi ne servono almeno 80. Circa 20 non potranno votare tra no vax e contagi, poi ci sono i franchi tiratori”.
Venerdì scorso il critico d’arte aveva fatto sapere che la sua campagna per portare Berlusconi al Quirinale stava andando bene perché aveva “trovato altri 5 nuovi parlamentari pronti a votare Berlusconi al Colle…”.
Sgarbi, autodefinitosi “l’acchiappa farfalle di Silvio”, ha detto: “Personalmente, compresi i 5 di stamattina, ho raccolto 15 parlamentari in più e siamo partiti da più di una settimana” con quella che è stata ribattezzata l’operazione scoiattolo. “Questo significa che oggi sono più sollevato di ieri…”.
“Io ho contato 12 parlamentari che non voteranno mai Berlusconi, ma non è detto che poi alla fine il ‘fuoco amico’ venga convertito. Oggi non sarà al vertice di ‘Villa Grande’, ma ci sarò moralmente…” ha aggiunto il leader di ‘Rinascimento’.
Sempre riferendosi al suo incarico, ha spiegato: “Da quando Berlusconi mi ha detto che vuole andare al Colle e ha i numeri per farlo, ben 100 voti fuori dal perimetro del centrodestra – ha dichiarato all’Adnkronos – io gli ho chiesto: ma chi sono? Perché non gli diamo un volto chiamandoli uno per uno? E così, numeri di telefono alla mano, stiamo sentendo un sacco di parlamentari”.