Vaia: ‘I bollettini quotidiani andrebbero aboliti e nel mio istituto l’ho fatto perché rischiano così come sono ora di creare solo disorientamento e spavento nei cittadini’

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”I bollettini quotidiani andrebbero aboliti e nel mio istituto l’ho fatto perché rischiano così come sono ora di creare solo disorientamento e spavento nei cittadini”.

Così in un’intervista a ‘La Verità’ Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani di Roma.

”Il tamponificio che si è creato nell’ultimo periodo è assolutamente da evitare. Allo Spallanzani abbiamo infatti proposto di rivedere le norme in materia di quarantena e di isolamento consentendo ad esempio ai cittadini contagiati asintomatici di interrompere l’isolamento dopo cinque giorni anche in assenza di test, così come accade negli Stati Uniti”.

Secondo Vaia gli ospedali reggono ma bisognerebbe potenziare l’assistenza domiciliare. ”Se riuscissimo ad attuare un reale potenziamento della domiciliarità, portando a casa delle persone terapie innovative e diagnostica performante, istituendo ed enfatizzando il ruolo del nuovo operatore sanitario del territorio non avremmo più motivo di parlare di ospedali sotto pressione ma di una virtuosa integrazione. Si può, anzi si deve fare. O non avremo percepito di questa pandemia uno dei segni più importanti da cogliere per uscirne migliori. Allo Spallanzani da varie settimane ormai il paziente che curiamo ha più un identikit da ambulatoriale che da reparto, segno che una diversa gestione è possibile”.

Nei giorni scorsi l’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma ha fatto sapere che nel proprio ospedale, nelle ultime quattro settimane, «sono state monitorate in maniera sistematica le varianti di Sars-CoV-2. La percentuale di persone contagiate con variante Omicron è rapidamente cresciuta, passando dal 35% della fine di dicembre ad oltre l’80% dell’ultima settimana».«Si conferma, inoltre, il dato che il paziente con variante Omicron è prevalentemente ambulatoriale. L’impatto clinico di Omicron – precisa lo Spallanzani – è assolutamente limitato nella sua gravità e ciò è dovuto, come più volte sottolineato, alla capacità dei vaccini di prevenire la malattia grave. L’estrema contagiosità e conseguente diffusione del virus, però, conferma quanto più volte affermato da questo Istituto circa la necessità di continuare lo sviluppo dei vaccini ed il loro aggiornamento rispetto alle varianti che finora si sono determinate o che potranno insorgere». «A tal fine, prosegue la nostra attività di ricerca, anche in partnership con Istituti nazionali e internazionali, sia per l’aggiornamento dei vaccini già esistenti sia per nuovi vaccini che inducano un’immunità verso altri bersagli del virus, diversi dalla proteina spike», conclude lo Spallanzani.

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