Caso Orsini, il retroscena di Porro: ecchi gli ha offerto di più”

0
711

Il professor Orsini finora non ha “beccato un euro per andare in tv, come molti di quelli che vengono a Quarta Repubblica”, dopo “è stato contattato da Rai 3 e la cosa incredibile è che il Parlamento si è messo a litigare per il suo contratto”.

Lo ha raccontato Nicola Porro nella sua Zuppa di Porro del 25 marzo.

Poi il retroscena: la Rai aveva offerto a Orsini “2 mila euro a puntata per sei puntate, quindi 12 mila euro totali”, ma “un’ora dopo aver avuto questa offerta quelli di Giovanni Floris gli avrebbero detto: ‘Ti diamo 3.500 euro per venire da noi'”, ha rivelato Porro, aggiungendo che si tratta di una indiscrezione ottenuta da fonti attendibili. Il motivo dietro l’asta su Orsini è che il professore fa ascolti “perché ha una posizione diversa degli altri e ha il coraggio di esternarla”.

Orsini a Cartabianca, Sgarbi: ‘È censura vera e propria’

Il fatto che la Direzione di Rai3 abbia deciso di “non dare seguito” al contratto che avrebbe dovuto prevedere la presenza di Alessandro Orsini a ‘Cartabianca’ risponde ad un atteggiamento di “insopportabile censura”.

Lo ha detto Vittorio Sgarbi all’AdnKronos, parlando “di un tipico atteggiamento che viviamo oramai da due anni rispetto a quelli che non sono d’accordo con l’opinione dominante. E’ insopportabile, intollerabile”.

Atteggiamento che, spiega Sgarbi, si era verificato anche “di fronte alla totale impotenza dei medici nel caso del Covid. Ognuno di loro diceva quello che voleva ma non si poteva contraddirli”. In questo caso, nei confronti di Orsini, viene praticata “una censura vera e propria. E’ l’inizio del declino della democrazia che peraltro è cominciato da un bel po’. E’ una cosa che non si può neanche concepire e cioè che uno debba per forza dire quello che dicono tutti”. Sgarbi anticipa che presenterà “un’interrogazione parlamentare. Occorrerà inventare una tutela”.

Sgarbi ricorda poi che ieri, il presidente del Consiglio Mario Draghi, “rispondendo a me ha tirato fuori l’argomento dei bambini uccisi. Anche un soldato russo morto conta, però. C’è questa forma di retorica che si può giustificare perché ci sono dei morti innocenti. Questo lo sappiamo, ma non è che ciò impedisca un ragionamento. Mi sembra che limitare il pensiero sia una forma di censura grave e insopportabile. Orsini non è un amico di Putin oppure giustifica i bambini uccisi ma cerca di spiegare le cause in una situazione nella quale sembra che gli ucraini siano tutti buoni e i russi tutti cattivi”, conclude Sgarbi.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here