“E così illustri (si fa per dire) esponenti del Partito Democratico – quel partito che a parole si rifà ai valori costituzionali (art. 21 “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non
può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”) pare siano riusciti nel loro intento: far chiudere “Carta Bianca”, il programma condotto da Bianca Berlinguer. Pare che la “stretta” ai talk show riguardi solo lei, non certo Vespa”.
Così su Facebook l’ex deputato del Movimento 5 Stelle, Alessandro Di Battista.
«Secondo voi, se la Berlinguer non avesse osato invitare Orsini le avrebbero chiuso il programma? Proprio dal PD, alcune settimane fa, sono arrivate le accuse nei confronti di Orsini. Dal “pifferaio di Putin” al “è aberrante sentire certe considerazioni sul servizio pubblico in prima serata”. Per i sinceri democratici due cose sono intollerabili: che
il servizio pubblico fornisca punti di vista diversi dal loro e, soprattutto, che una giornalista che fa per cognome Berlinguer non
osi obbedirgli», ha spiegato l’ex parlamentare.
“Nell’Italia del nuovo maccartismo il pensiero unico va sostenuto, rafforzato, amplificato. E, dunque, Carta Bianca va cancellato! La decisione pare sia arrivata dopo un incontro dell’amministratore delegato della RAI Carlo Fuortes (per intenderci quello che assomiglia al papà di Jim Levenstein di American Pie, ma senza la sua “indipendenza intellettuale”) con Roberto Garofoli, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. La famosa RAI indipendente insomma. «Lo share non può essere l’unico criterio» ha tuonato lo stesso Fuortes alcuni giorni fa in Commissione Vigilanza RAI. Come dargli torto. Lo share non conta, altrimenti altri programmi sarebbero stati cancellati negli ultimi 10 anni. Conta l’appiattimento, l’obbedienza, la genuflessione. Tutto il contrario della libertà di espressione ma perfettamente in linea con la RAI nell’era del governo dei “censori”. Massima solidarietà a Bianca Berlinguer”, ha concluso.