Orsini: «I media italiani collegati ai governi in carica hanno nascosto il fatto che l’Italia non abbia mai fatto niente per combattere contro l’Isis, calunniando la Turchia»

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In un post pubblicato sulla propria pagina Facebook il professor Alessandro Orsini ha rilanciato i contenuti di un suo articolo pubblicato ieri sul Fatto Quotidiano.

Nel pezzo il docente mostra «come i media italiani manipolino l’informazione sulla politica internazionale parlando della lotta della Turchia contro l’Isis e della non lotta contro l’Isis da parte dell’Italia. In sintesi, spiego che i media italiani collegati ai governi in carica, per nascondere il fatto che l’Italia non abbia mai fatto niente per combattere contro l’Isis, calunniano la Turchia che, invece, ha fatto moltissimo».

«Immagino la reazione a queste mie parole: “Ma come? La Turchia? Il Paese più cattivo del mondo?”. Proprio così, la Turchia di Erdogan. Nel mio articolo troverete dati, numeri e fatti, mai citati in Italia. Quasi sempre, quando un popolo si sente moralmente superiore a un altro, è perché conosce poco se stesso e ancor di meno gli altri. Se gli italiani conoscessero meglio i turchi, sarebbero meno facili all’indignazione permanente che, insegna Nietzsche, è indice sicuro di bassezza morale», scrive ancora Orsini.

«Il compito dell’Università nella società libera dovrebbe essere quello di combattere contro tutte le forme di manipolazione dell’informazione, inclusa la manipolazione dell’informazione da parte dei media italiani. Se, a partire dal 2014, gli italiani avessero avuto più informazioni meno manipolate sulla crisi in Donbass, nessuno sarebbe stato colto di sorpresa e, forse, i nostri politici si sarebbero posti il problema di diversificare l’acquisto di gas prima che fosse troppo tardi (oggi è molto tardi e siamo con l’acqua alla gola). Lottare contro la manipolazione dell’informazione sulla politica internazionale è nell’interesse nazionale dell’Italia. Un’informazione meno manipolata accresce le possibilità di sopravvivenza dell’Italia nell’arena internazionale che, in larga parte, è una giungla in cui prevale la legge del più forte», conclude il docente.

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