Repubblica questa volta non ha potuto nascondere la portata enorme della pesante sconfitta di Macron nelle elezioni politiche francesi. E così anche gli altri giornaloni.
Repubblica titola: La Francia “ingovernabile”: i macronisti sotto choc fanno i conti con il trionfo di Le Pen | Il timore di Bruxelles: “Ora Ue più debole nella partita con Mosca”.
Il Corriere della Sera titola: “Francia, Macron crolla: niente maggioranza per governare. Le Pen passa da 8 a 89 seggi”
La cosa più dolorosa per Macron e per i suoi sostenitori in patria e all’estero è che si sono rafforzate le forze politiche estreme a sinistra con Mèlenchon e a destra con un vero e proprio trionfo della Le Pen che decuplica i voti.
Il disagio sociale fortissimo, in Francia molto esteso al pari dell’Italia, con la povertà che si va estendo verso strati sociali che finora non li aveva colpiti, che ha avuto sfogo dal basso con i ‘Gilet Gialli’ e le cui manifestazioni sono state represse in modi certamente non gentili – permettete l’eufemismo – ora ha avuto anche effetti politici devastanti.
Il cambiamento degli orientamenti politici francesi sanciti non con i sondaggi, che rappresentavano una realtà capovolta rispetto a quella vera, ma con i voti e con voti che hanno un peso decisivo.
L’élite francese non sarà più quella di ora e sarà diversa e più centrata sugli interessi nazionali che su quelli globali.
Si potrebbe dire che i francesi vogliono più Francia e meno Ucraina e lo hanno detto pochi giorni dopo il viaggio a Kiev di Macron, insieme a Draghi e a Scholz, che gli oppositori avevano definito ‘viaggio elettorale’. Se quel ‘viaggio elettorale’ ha sortito questi effetti, evidentemente Macron non aveva per nulla capito gli umori profondi dei suoi connazionali.
Ciò che è successo in Francia con la disfatta di Macron, dovrebbe allertare e rendere assai più prudenti anche i governanti italiani e tedeschi, perché a quanto pare di troppa Ucraina si può morire politicamente, anche se da essi per ora – ma da oggi non sarà più così – il pericolo è avvertito solo ‘energeticamente’, con diverse voci di piani di emergenza.