M5S, Di Battista: «Mi siederei al tavolo con Conte se uscisse dal governo prima dell’estate»

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La scissione del M5s «mi interessa poco» perché «il movimento è stata una parte importante della mia vita. Ma ho già passato la fase della delusione. In queste ore io sono a Mosca, e mi scrivono attivisti da ogni parte d’Italia».

Così Alessandro Di Battista, intervistato da Luca Telese per TPI.

L’ex deputato non sa se sia presto per sentenziare la morte del M5S, ma «potrebbe avere una possibilità se saprà fare delle scelte scomode, difficili e radicali, come quelle controcorrente su cui nacque», dice.

Di Battista potrebbe riavvicinarsi a Conte? «Potrei riavvicinarmi al Movimento, ma ad una condizione, che è l’unica accettabile per i tanti delusi di queste ore», risponde l’ex parlamentare.

Che clima avverte in Russia in queste ore?

«Sono molto preoccupato di quello che sta accadendo intorno a Kaliningrad, c’è il rischio di un incidente drammatico. Oggi la prospettiva di un’escalation è più grande di tre mesi fa», spiega Di Battista.

Si aspettava che Di Maio sarebbe uscito dal M5S? «Anche qui ti do una risposta sincera: sì, ormai ne ero certo», ribatte Di Battista, secondo il quale «da quando» Di Maio «ha iniziato a scusarsi per tutte le sue scelte, per cercare di ricostruirsi una nuova identità più istituzionale. Erano scuse preparatorie dello strappo, si vedeva lontano un miglio».

«Luigi ha delle capacità politiche. Ha sempre avuto un seguito nel gruppo parlamentare, ma questo non significa che le stesse opinioni siano rappresentative di quelle che hanno gli elettori», aggiunge.

Sulla scelta della scissione conta più il tema del limite sul secondo mandato che la guerra? «Ma certo. Il limite del secondo mandato è una regola che funziona, come sapeva bene Gianroberto Casaleggio», risponde ancora Di Battista, che alla fine del colloquio con Telese afferma: «Mi siederei al tavolo con Conte se uscisse dal governo prima dell’estate».

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