Se ci stiamo preparando alla guerra contro la Russia, Mattarella e Draghi devono informare i cittadini italiani

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Mattarella

Sembra che ci dobbiamo preparare alla guerra.

Un sito specializzato in analisi militari, Analisi Difesa, con professionalità esamina gli scenari più complessi su come prepararsi a una situazione di guerra in Europa in cui il nemico da combattere non potrebbe essere che la Russia.

Il fatto che se ne discuta apertamente in una rivista specializzata in analisi di scenari di guerra non può non farci riflettere e chiederci dove stiamo andando.

In queste situazioni critiche oltretutto i protagonisti potrebbero trovarsi in una situazione che potrebbe andare ben oltre di quella che avevano previsto.

Giusto come esempio, i capi i governo del G7, della Nato, dell’UE, non tutti ma in buona parte, alcuni obbligati, altri renitenti, altri incerti, altri scettici, hanno acconsentito ad accettare la sanzioni contro la Russia, con non poche modifiche rispetto alla configurazione iniziale e dopo molti contorcimenti dolorosi.

Ma le sanzioni attuate hanno avuto un effetto collaterale inaspettato e imprevisto per cui quelle sanzioni ideate per recare danno alla Russia hanno invece recato un danno enorme ai cittadini italiani, europei e americani – in termini di aumento dei prezzi, di conseguente inflazione e diminuzione sensibile della qualità della vita, carenza di beni energetici e alimentari, ecc. – mentre hanno prodotto un aumento dei ricavi della Russia pur di fronte a una minore vendita di gas e petrolio perché si è scatenata la speculazione in considerazione del fatto che le sanzioni hanno provocato la diminuzione dell’offerta di gas e petrolio nei mercati mondiali.

Visto che è successo qualcosa di imprevisto e dannoso per i cittadini con le sanzioni, nessuno potrebbe escludere che, ben al di là delle reali intenzioni, si possa sempre di più rimanere invischiati direttamente in una guerra militare contro la Russia.

Infatti passare da una guerra economica senza esclusione di colpi a una guerra militare il confine è molto labile, e si può essere dall’altra parte senza neanche accorgersene ed essere nell’impossibilità di tornare indietro.

Prima di continuare a procedere in avanti in una strada così pericolosa, il Presidente Mattarella che, come recita l’articolo 87 della Costituzione italiana ha «il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere» dovrebbe procedere con la massima cautela e informare i cittadini italiani. Così come sarebbe altrettanto doveroso che lo facesse il governo italiano in persona del Presidente del Consiglio Mario Draghi.

Prima ancora che alle due camere del Parlamento, bisognerebbe chiedere agli italiani cosa ne pensano di prepararci di andare alla guerra contro la Russia, quali sono i loro pensieri e i loro umori.

Già ci siamo obbligati a consegnare armi all’Ucraina e abbiamo effettuato più volte le consegne, ma non sappiamo che fine hanno fatto queste armi, se sono state usate, oppure se sono state distrutte al loro arrivo sul suolo dell’Ucraina, o eliminate appena giunte sul posto di combattimento.

Basta leggere questo articolo di Analisi Difesa, anche di fiducia del governo, per rendersi conto dello stato totalmente inadeguato delle nostre forze armate e di quelle dei Paesi europei più importanti per affrontare se non una guerra, neanche una postura da guerra.

Si presta perciò a una amara ironia la ripetuta affermazione di Draghi secondo cui ‘la Russia non deve vincere’.

Cosa possono fare l’Italia o gli altri Paesi europei per evitare la sconfitta dell’Ucraina, che poi peraltro è già in essere?

O vogliamo ripetere l’esperienza di Mussolini che mandò in Russia un esercito che non era in grado di proteggersi neanche dal freddo, il cosiddetto ‘Generale Inverno’ russo?

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