Ucraina, Di Battista: «La strategia occidentale sta fallendo. Qualcuno ha il coraggio di dirlo?»

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«Che i russi stiano sfondando in Donbass è fuor di dubbio così come è ormai palese che l’isolamento di Mosca fosse un’illusione. La strategia occidentale sta fallendo. Qualcuno ha il coraggio di dirlo?».

A chiederselo in un post su Facebook è Alessandro Di Battista.

«Intanto gli effetti delle sanzioni si fanno sentire…in Europa. L’allontanamento tra Europa e Russia (vero obiettivo delle sanzioni) e la nuova guerra fredda voluta soprattutto dagli USA sta producendo effetti catastrofici. Costi alle stelle, insicurezza energetica, oscena corsa al riarmo quando dovremmo spendere soldi esclusivamente nella “grande opera della manutenzione” (pensate al sistema idrico), nello Stato sociale e nella lotta ai cambiamenti climatici. Intanto in Germania si sta pensando al primo salvataggio di Stato…il colosso del gas Uniper sta sull’orlo del fallimento ed il governo tedesco pensa a come intervenire. Ovviamente con soldi pubblici», ha concluso.

Di Battista da Mosca: «Se gli obiettivi delle sanzioni sono quelli menzionati dai leader europei, a oggi non sono stati raggiunti»

Il Fatto Quotidiano ha pubblicato il primo reportage di Alessandro Di Battista dalla Russia.

L’ex deputato ne ha condiviso sui social un breve estratto: «Intanto Draghi insiste sull’efficacia delle sanzioni alla Russia senza dirci a cosa stiano effettivamente servendo. A Mosca gli effetti delle sanzioni si sentono relativamente. I prezzi sono aumentati, ma meno di quanto non siano aumentati in Europa. Il rublo è forte e, seppur con maggiori difficoltà, le persone vivono normalmente invadendo i ristoranti, i parchi pubblici e i centri commerciali, dove i negozi di abbigliamento occidentale vengono sostituiti da marchi russi. Ma Mosca non è tutta la Russia. Più ci si allontana da Mosca e più – sebbene gli effetti delle sanzioni si sentano maggiormente – aumentano i supporter di Putin. Lo si misura anche dal numero di “Z” sulle auto, sui muri ai bordi delle strade e sulle vetrine dei negozi. A Mosca è difficile vederne una. A oggi le sanzioni non hanno portato né al collasso dell’economia russa, né alla defenestrazione di Putin, né a rapidi negoziati. Al contrario, hanno messo d’accordo persone che prima non lo erano affatto», si legge.

«A Mosca» – racconta Di Battista nel reportage – «i Vkusno i Tocka (Delizioso e Basta), i fast food che stanno rimpiazzando i McDonald’s, vanno a gonfie vele. C’è chi li frequenta per abitudine e chi ci va appositamente per mangiare un cheeseburger russo là dove un tempo c’era una catena americana».

«Se gli obiettivi delle sanzioni sono quelli menzionati dai leader europei, a oggi non sono stati raggiunti. Se poi le sanzioni sono state imposte per recidere il legame politico, economico e culturale (per certi versi i russi sono molto più “europei” di quanto non lo siano gli inglesi) tra Europa e Russia, allora sì, stanno funzionando. Occorrerà vedere chi ne trarrà vantaggio. Intanto le parole negoziato, accordi, reciproche concessioni sono nuovamente sparite dai vocabolari di molti leader occidentali e anche questo viene notato in Russia. E chi non aveva mai creduto a Putin oggi inizia a farlo», osserva.

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