“Il rischio del ‘lockdown di fatto’ di chi si sottopone a tampone da asintomatico o poco sintomatico è evidente: abbiamo 4-5 milioni di persone potenzialmente positive” nel Paese, “tutte queste rischiano di fermarsi”. E’ un problema “non solo nel settore turistico, ma anche in altri settori: pensiamo a tutti i servizi essenziali, al settore sanitario, alle forze dell’ordine”. La paralisi di attività importanti “è evidente che è un rischio, ma ci si doveva pensare prima. E’ da tempo che si solleva il problema dei positivi asintomatici e si poteva in qualche modo risolvere. Anche su questo si è preso troppo tempo e probabilmente oggi è tardi”.
Lo ha detto all’Adnkronos Salute è Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.
“L’isolamento dei positivi è un problema che sollevo da tempo. Bisognerebbe probabilmente cambiare la regola. Un modo intelligente sarebbe utilizzare ciò che hanno fatto altri Paesi, come la Svizzera o altri: stai a casa finché hai i sintomi e poi puoi uscire mettendoti una mascherina anche prima della negativizzazione del tampone. Credo che bisognerà arrivare a gestire questa malattia infettiva molto più similmente a come già facciamo con altre malattie virali, per esempio le forme influenzali”, ha concluso.
Virus, Bassetti: «Stiamo commettendo un grave errore»
«I ricoveri Covid di questi giorni? Vanno divisi i ricoveri “con” e “per” Covid. Io ho ricoverato un 84enne e un 92enne che sono entrati per un quadro respiratorio che in epoca pre-Covid avremmo gestito a casa. Ora finiscono tutti in ospedale. La gente ha paura: fa un tampone risulta positiva e pensa di avere una infezione che li farà morire. Corrono tutti in ospedale. Prima venivano gestiti a casa».
Così su Facebook Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova.
«C’è un errore di confronto enorme con il passato: è cambiato completamente il paradigma di come viene gestito un paziente con febbre o pochi sintomi. Tutti i soggetti più a rischio vengono gestiti ora in ospedale.
Stiamo commettendo un grave errore», conclude.