«Questa è la storia di una discesa agli inferi del M5S, ma un po’ anche della politica italiana. Quando cominci a sentire un lessico come ‘verifica’, ‘cabina di regia’, ‘discontinuità’, vuol dire che siamo un po’ alla canna del gas, in tutti i sensi. E mi riferisco anche alla situazione economica legata agli effetti della guerra. Parole in puro contese. Conte spesso parla anche a lungo, ma si fa fatica a capire che cosa voglia dire».
Così il direttore de La Stampa, Massimo Giannini, intervenuto su Radio Capital.
«Qui siamo alle solite» – ha continuato Massimo Giannini – «Nel senso che anche questo incontro è finito con il M5S che sta con un piede dentro e con un piede fuori dl governo. Come è già successo ormai da settimane e settimane. Mi pare che l’incontro con il presidente del Consiglio non sia servito affatto a chiarire l’incidente più serio che si era verificato negli scorsi giorni. Cioè le frasi che Draghi avrebbe riferito a Grillo sulla opportunità di far fuori conte. Quello è stato proprio rimosso dal tavolo. Pare che nn ne abbiano proprio parlato».
«Il Movimento oggi non ha fatto sceneggiate, questi punti condizionano il proseguimento della nostra azione. Non siamo dei pagliacci» – aveva detto poco prima Conte parlando ai suoi – «Oggi dobbiamo avere delle ragioni per proseguire la nostra collaborazione. Vogliamo una risposta plausibile, concreta. La nostra base è già con un piede fuori, dobbiamo avere delle ragioni per restare. Non ci spaventano i sondaggi, siamo qui per sostenere le istanze dei cittadini, non perché ci interessano rendite di posizione».
Vuole che draghi faccia quello che lui vuole ,,ma mica sta a parlare con il grillo parlante sta parlando con un personaggio che sa abbastanza bene quello che deve fare non gli serve l avvocato