Il cameriere-scrittore Bonvissuto a Briatore: «Non trovate lavoratori perché la pandemia ci ha insegnato valore del tempo»

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A rispondere alle ultime uscite di Flavio Briatore, senza mai nominarlo, è il cameriere-scrittore Sandro Bonvissuto.

In una lunga lettera pubblicata su Repubblica, Bonvissuto scrive:

«Negli ultimi trent’anni in Italia gli stipendi sono calati. Ma solo in Italia. Hanno lievitato ovunque. Tranne che qui. Gli analisti si sono avventurati in cerca di spiegazioni, ma ci vorrebbero speranze adesso» – così inizia l’articolo «Allora davanti ad un’economia ora in crescita, ma che incomprensibilmente si accompagna ad un lavoro che non da prospettive, di fronte a aziende che aumentano i fatturati mentre gli stipendi restano inchiodati, per via di prezzi che salgono a dispetto delle buste paga, alla gente comune non resta altro da fare che emigrare».

Secondo Bonvissuto, senza nominare Flavio Briatore, prosegue spiegando che «il capitalismo nazionale dovrebbe farsi un esame di coscienza, ed ammettere di aver sbagliato, almeno negli ultimi tre decenni. Intanto la fine del concetto di sindacato lascerà ogni lavoratore completamente solo nella giungla dell’impiego. Questo per quello che riguarda gli adulti. I giovani, invece, scapperanno da questo Paese. Il problema sono gli stipendi bassi, che è un’invenzione vostra, non che i giovani sono ignoranti o scansafatiche o che preferiscano percepire il reddito di cittadinanza».

«E prendersela col reddito di cittadinanza è una cosa reazionaria» – continua – «Se un imprenditore soffre la concorrenza del RDC (che per un lavoratore giovane sarà sui 500 euro al mese), mi immagino a quale stipendio la sua azienda stia facendo riferimento. E se nessuno vuole andare a lavorare per l’elemosina è perché la gente sta uscendo rinnovata da una profonda crisi esistenziale: la pandemia ha insegnato di nuovo alle persone il valore del proprio tempo», conclude Bonvissuto.

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