Dl aiuti: Borré, ‘se senatori M5S via da Aula a fiducia vanno espulsi’

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“Molti parlamentari pentastellati, il primo è stato Gregorio De Falco, sono stati espulsi dal partito per violazione della clausola del codice etico che impone di votare la fiducia ai governi il cui premier ‘sia espressione del M5S’. Il M5S ha sempre interpretato la norma nel senso che ‘espressione del M5S’ sia da intendersi ‘governo di cui è parte il MoV’. Se si attuasse l’ipotesi preconizzata da Patuanelli”, ovvero lasciare l’Aula di Palazzo Madama per non votare la fiducia al dl Aiuti, “il Collegio dei Probiviri dovrebbe espellere -per coerenza “giurisprudenziale” interna- tutti coloro che non parteciperanno al voto, venendo così meno il gruppo parlamentare del M5S al Senato… Un capolavoro”. Lo dice all’Adnkronos Lorenzo Borre’, l’avvocato che da sempre guida le battaglie legali degli attivisti delusi contro il M5S.

Dl Aiuti: il governo rischia di cadere? I numeri dicono di no

Il governo rischia di cadere sul Dl Aiuti, che prevede restrizioni sul Reddito di cittadinanza, una misura per facilitare la costruzione dei termovalorizzatori e lo stop a nuove coperture sul Superbonus 110% per l’edilizia. Tutti temi molto cari al Movimento 5 Stelle, che potrebbe quindi decidere di votare contro.

Il ‘Corriere della Sera’ ha ipotizzato lo scenario in cui Conte dovesse dettare l’ordine di votare no alla fiducia a Palazzo Madama, che sarebbe a tutti gli effetti un’uscita dalla maggioranza e l’inizio di una politica di appoggio esterno al governo_

«Ma in questo scenario il governo rischierebbe di cadere?» si chiede il quotidiano di Via Solferino «I numeri dicono di no, anche perché la scissione dal M5S dei governisti fedeli al ministro Luigi Di Maio ha puntellato ulteriormente il sostegno a Dragh. Oggi, alla Camera, pallottoliere alla mano la maggioranza arriva a quota 560. Se il Movimento dovesse uscire, la quota si abbasserebbe a 455, comunque ben sopra ai 316 voti minimi richiesti. Al Senato la maggioranza attuale è di 276 voti. In caso di addio di Conte la soglia si calerebbe a 214, anche in questo caso ben sopra i 161 voti necessari».

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