«Mi sono arrivati tantissimi messaggi di persone che mi insultano perché, così scrivono, “Orsini, fai schifo, il tuo libro sull’Ucraina non ha l’indice, non vali niente, sei un mediocre”. A parte il fatto che mi sembra di vivere in un mondo di scemi, questa storia che il mio libro non ha l’indice è una fake news pubblicata su Facebook da una rete di ricercatori di politica internazionale del tipo: “Forza Nato”. Hanno condiviso la fake news migliaia di volte spargendola dappertutto».
Così su Facebook il professor Alessandro Orsini.
«L’indice si trova alla fine del volume per cui grazie se la smettete di intasarmi la posta con gli insulti.
Continuando il mio dialogo con gli studenti delle scuole superiori, sono giunto alla conclusione che indicare dieci canzoni sia un’afflizione per me: troppo poche», ha concluso.
Orsini: «Non tifo per nessun partito»
In un altro post sul social network, il docente ha scritto: «Non tifo per nessun partito. Tifo perché l’Italia abbia un partito di opposizione visto che mezzo Paese si oppone senza voce. Sollevo un problema “sistemico”, come si dice in sociologia, e non una banale questione del tipo “quel politico mi è simpatico e quell’altro mi è antipatico”. Il sistema sociale italiano ha un problema di mancata rappresentanza istituzionale. Non mi interessa niente di ciò che un partito politico ha fatto negli anni passati. Mi interessa che la democrazia italiana faccia la cosa più democratica del mondo ovvero rappresentare in Parlamento i milioni di italiani contrari alle politiche del governo Draghi in Ucraina e non solo».
«Mi scuso, ma non rispondo a commenti del tipo: “I 5 stelle non mi piacciono” perché non è questo il dibattito che mi interessa sollevare, né è questo il senso dei miei post. Il 26 luglio parlerò al teatro di Ostia antica. Un onore», ha fatto sapere.
in ogni caso, in ogni campo del sapere quando c’è la conoscenza di un problema (non sempre portato alla luce del sole per vari motivi) nasce l’esigenza da parte di chi ne è al corrente di renderlo appetibile ad un più vasto pubblico, esercitando una scelta per rendere più libero nel giudizio chiunque desideri farsi un’opinione in proposito. Il professor Orsini ha sollevato un problema che è sotto gli occhi di tutti mi sembra, anche di chi non è certo un’esperta di geopolitica come la sottoscritta, e come sempre ha messo in pratica un’impostazione classsica del ragionamento: per valutare un fatto complesso storico, politico, economico, occorre prendere in esame i vari aspetti del problema, restandone il più possibile al di fuori.Grazie Roberta Trice