Giorgia Meloni è l’unica ad essersi intestata la funzione di opposizione al governo Draghi.
Sul piano formale non ha torto perché nel governo non ci sono esponenti del suo partito.
Ma se si va ad analizzare la sua linea politica vera, quella praticata a livello internazionale e nelle istituzioni, non si trova neanche con la lente di ingrandimento la benché minima reale differenziazione.
I punti di riferimento della leader di Fratelli d’Italia a livello internazionale sono gli stessi di Draghi: gli Stati Uniti.
Sappiamo che negli USA non ci sono differenze sostanziali tra i partiti che si alternano al governo. Agli USA si sono legati strettamente gli inglesi distaccandosi dall’EU con la Brexit, una sorta di riedizione dell’alleanza anglosassone praticata nella II Guerra Mondiale.
Quindi si tratta di un polo anglosassone che sta perseguendo i suoi interessi se è necessario anche contro i suoi ‘alleati’ europei del G7. In effetti gli USA hanno avuto la forza di piegare l’Europa ai loro interessi. Per esempio la Germania avrebbe tratto un grandissimo vantaggio competitivo con l’avvio del Nord Stream 2 e perciò era nel precipuo interesse della nazione renderlo operativo, ma è stata costretta a bloccarlo.
Ora la Germania è in piena emergenza energetica in condizione di estrema debolezza nei confronti del competitore commerciale americano.
La linea politica negli Stati Uniti è decisa da quello che solitamente si chiama il deep state, cioè quell’asseto informale del potere in cui si incrociano business, politica e burocrazia statale a livello alto che si mantiene saldamente al potere con qualsiasi presidente venga eletto.
Provate a trovare qualche differenza tra la politica realmente praticata prima da Trump e poi da Biden verso l’Europa, la Russia, la Cina.
Ci sono stati cambiamenti tattici, ma gli obiettivi strategici sono stati gli stessi:
– indebolire le principali nazioni europee, Germania, Francia, Italia, che traevano dal buon rapporto con la Russia enormi vantaggi in quanto avevano petrolio e gas a prezzi di favore e questo dava alle stesse un importante vantaggio competitivo nei confronti degli USA
– provocare il collasso economico della Russia, cercando di ripetere lo strangolamento economico che ha avuto successo con l’URSS
– chiudere alla Cina gli importanti mercati e decisivi mercati europei e russi e così contrarre drasticamente la competitività della Cina a livello globale, di qui anche la guerra alla Belt Road cinese in Europa e il bando dal mercato europeo del 5G di Huawei
Ebbene Meloni non cambierà una virgola della linea geopolitica di Draghi.
L’opposizione di Meloni è finta e falsa perché tocca temi ininfluenti dal punto di vista economico e sociale.
Una spruzzatina di anti immigrazione semplicemente a parole, come è stata quella di Salvini.
Una avversione parolaia ai provvedimenti dei 5Stelle, a cominciare dal Reddito di Cittadinanza, sapendo però che non potrà essere tolto, pena un sollevamento popolare.
Una opposizione alle eventuali vaccinazioni se dovessero essere riproposte, sapendo che comunque la responsabilità di farle o non farle non ricadrà su di lei.
Una prima verifica di questa analisi si avrà nella reazione della Meloni alle restrizioni del Governo Draghi con il durissimo Piano di Emergenza previsto in campo energetico da Draghi.
Avrà la nostra supposta Signora di Ferro dell’opposizione in monopolio – per ora – di contrastare questo piano?
Se davvero facesse l’opposizione sarebbe non solo nell’interesse della sua forza politica ma anche un dovere istituzionale.
Se non lo facesse diventerebbe la ruota di scorta del governo, senza peraltro che il governo ne abbia bisogno.
Renderebbe di evidenza solare la sua inconsistenza e inutilità politica.