Mastella: ‘Se dovessero mandare Draghi a casa, potrebbe comunque restare il riferimento di una vasta area’

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“Avevo due zii, Diamante, la sorella di mio padre, e Giovannino. Lei sembrava una quercia, lui era pieno di problemi di salute. Ebbene: zia Diamante è morta quindici anni prima. Le maggioranze ampie e apparentemente solide cadono prima, quelle fragili restano in piedi di più”.

Queste le parole di Clemente Mastella all’AGI.

“O trovano in questi due-tre giorni una via d’uscita onorevole per i 5 Stelle oppure Draghi salirà al Colle e rimetterà il mandato”, ha spiegato il sindaco di Benevento ed ex ministro, secondo il quale “non si può dire che l’atteggiamento dei 5 Stelle sia pretestuoso. Hanno bisogno di alzare i toni per recuperare l’irrecuperabile”.

“Hanno dilapidato un tesoro e adesso cercano di tenersi almeno pochi spiccioli”. Eppure “la battaglia e’ molto difficile: se i 5 Stelle escono dal governo finiscono isolati, senza nemmeno piu’ l’alleanza con il Pd. Conte si e’ infilato in un vicolo cieco, invece doveva fare come Di Maio”.

“Quando ha smesso di fare il premier, puntando sulla credibilità e il consenso che aveva, avrebbe dovuto costruire un partito suo mentre ora si trova a guidare un partito che è molto lontano da lui e dal suo spirito moderato”, ha detto ancora Mastella, che alla domanda se la mediazione sia ancora possibile risponde: “Non ho gli elementi per dirlo. La verita’ e’ che siamo alla fine dell’esperienza di governo. Anche la Lega mostra evidenti segni di insofferenza”.

Quanto a Draghi, “non è un politico, è stato chiamato a fare il premier per rispondere a un’emergenza. Se dovessero mandarlo a casa, potrebbe comunque restare il riferimento di una vasta area, anche se lui non farebbe mai un partito per candidarsi, come fece Mario Monti. Ma il draghismo senza Draghi sarebbe comunque possibile”, ha osservato.

“Letta deve guardare al centro, a quello che e’ successo alle ultime elezioni in Campania e in Puglia. Quest’area che tutti fanno finta di non vedere, c’è”, ha aggiunto.

L’ex ministro ha detto poi su Di Maio: “Cinque anni fa con lui non avrei mai pensato di portare avanti politiche comuni, ora invece ha dato una grande prova di responsabilità”.

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