«Ma perché c’è questo terrore che in Italia possa nascere un partito di opposizione fuoriuscendo dal governo?»
È quanto si è chiesto il professor Alessandro Orsini in un post su Facebook
«Il governo avrebbe tutti i numeri per governare e, nello stesso tempo, gli italiani avrebbero almeno un partito attraverso cui protestare nel perimetro delle istituzioni repubblicane. Forse è un problema di cultura politica? Forse Draghi è abituato ai consigli di amministrazione e non regge il peso delle critiche? Pare che abbia detto: “Ne ho piene le scatole”. Ma di che cosa? Di governare o di sentirsi criticare da qualche pagina Facebook o poco più? A questo siamo ridotti in Italia: non c’è opposizione e chi prova a opporsi viene criminalizzato con tanto di foto segnaletica. Draghi vuole tutto. Noi chiediamo soltanto un poco del tanto che ha: che Draghi ci restituisca almeno un partito politico per opporci alle sue vergognose politiche in Ucraina e non solo. Suvvia, Presidente Draghi, ci dia un misero 10% di democrazia senza minacce o ricatti politici del tipo: “O mi date tutto o mollo tutto”. Che strano modo di concepire il diritto: lei ha il diritto di governare il parlamento e noi non abbiamo il diritto di opporci in parlamento. Che poi magari manco sarebbe opposizione dura, ma appoggio esterno per pochi mesi fino alle elezioni. E che sarà mai? Dai che ce la possiamo fare.
Scarcerate un partito politico.
Grazie se potrete regalarci una cosuccia democratica.
Signore, a piacere vostro», ha concluso.
In un altro post, intitolato ‘Specializzazione e manette’, Orsini ha scritto: «Grazie dei vostri commenti. Provo a rispondere a tutti i messaggi in un solo post. Primo, non rifiuto la specializzazione del sapere, essendo io stesso specializzato. Critico l’uso politico della specializzazione per chiudere la bocca a chi dissente. Che ciò accada in Italia è solare. Soltanto a chi critica il governo Draghi viene rimproverato di non avere studiato l’Ucraina dal giorno della prima comunione. A chi parla di guerra in Ucraina, ma è schierato con il governo Draghi, non viene chiesto di dimostrare di essere specializzato nello studio delle guerre. Così, ad esempio, Alessandro Sallusti, che nega che la Polonia confini con l’Ucraina, è schierato con il governo Draghi, ma nessuno ha mai detto che dovrebbe essere escluso dalle trasmissioni televisive perché non ha pubblicazioni scientifiche sulla storia dell’Ucraina. L’obiezione: “Tu non sei esperto” viene mossa soltanto ai critici di Draghi. Viene mossa al fisico Rovelli, alla filosofa De Cesare o ad altri studiosi che denunciano le politiche del governo Draghi in Ucraina volte a sirianizzare quella guerra alimentandola dall’esterno. Se poi uno studioso è esperto di Ucraina, ma è contro il governo Draghi, allora è “putiniano”; se si tratta di un giornalista espertissimo di Ucraina, come Giorgio Bianchi, probabilmente il più esperto di tutti, allora fa parte di una rete collegata al Cremlino: esperto sì, ma “putiniano”. Una società libera non può funzionare in questo modo. Specializzazione e manette».
«Per chiudere il discorso sulla specializzazione» – prosegue il post – «che non è certamente un discorso contro la scienza, bensì un discorso sulla libertà – bisogna capire che la mia cultura è fortemente anti-autoritaria e che reagisco quando vedo che l’autoritarismo prende il sopravvento sulla libertà di critica con metodi subdoli del tipo: “Tu non parli perché non sei esperto secondo il padrone di turno”. E poi bisognerebbe mettersi d’accordo sul significato di “intellettuale”. Nella mia concezione, l’intellettuale è quella particolare figura antropologica – oggi losco figuro – che dedica la propria esistenza a interrogarsi sulle grandi questioni della condizione umana contando su una formazione molto ampia in tanti campi del sapere: la vita, la morte, la povertà, lo sfruttamento, la sopraffazione, la violenza, la sofferenza, la libertà, l’eguaglianza, la conoscenza, eccetera. Nel mio modo di vedere, Nietzsche è stato il più grande giacché incarna tutte le vette e tutti gli abissi dell’intellettuale. Nessun intellettuale è stato più buono e più malvagio di Nietzsche. Nietzsche è il bene e il male assoluti; è la vergogna e l’orgoglio del pensiero umano.
Terzo, ricevo tanti inviti a parlare in televisione; la mia assenza è una mia scelta. Mancherò per un po’ di tempo. Ho scelto di non promuovere il mio libro in televisione, ma vi ringrazio dell’affetto e della stima: il libro sta andando bene anche senza la televisione. Quarto, ho ricevuto proposte di pubblicare il mio libro sull’Ucraina da alcuni dei maggiori editori italiani, ma ho scelto “Paper First” per ragioni di cuore e rifarei la stessa scelta mille volte. Nel mio ultimo libro sull’Ucraina, ho spiegato che esiste una razionalità assiologica, una razionalità che soggiace ai valori e ai sentimenti morali. Sono le stesse ragioni per cui ho scelto di partecipare a Carta Bianca. Quinto, mi scuso per le orribili canzoni che ho pubblicato in questi giorni. Mi rendo conto che il genere punk possa risultate respingente, ma l’obiettivo del punk, almeno quello degli albori, era proprio di… respingere», conclude il post.
quando in un paese democratico si arriva a temere la nascita di un partito d’opposizione le strade sono due, tutte e due a mio modestissimo parere negative, o si scende in piazza ( e in mezza giornata ci ritroviamo ai tempi oscuri con la guerra civile, e ci azzanniamo tra noi e il potere ” non costituzionale” se la ride), o ed è l’unica strada costituzionalmente percorribile, operiamo per la nascita di una opposizione seria con gente preparata e non politicanti, che abbiano la giusta esperienza della politica senza esserne contagiati. Grazie, Roberta Trice