Crisi governo, Bertinotti: «Feci cadere Prodi ma fu una scelta politica, Conte non ha visione»

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«Io penso che qualsiasi comparazione di un episodio del tempo presente con un episodio nel Novecento sia fuorviante. È cambiato tutto».

Lo storico leader di Rifondazione Comunista ed ex presidente della Camera dei Deputati, Fausto Bertinotti, risponde così a chi paragona la caduta del governo Prodi con la crisi di governo attuale.

«Nello specifico faccio notare che noi rompemmo (giusto o sbagliato che fosse, e ancora oggi ritengo fosse giusto su un punto chiaro fin dall’inizio, traducibile in poche parole: svolta o rottura. Nel caso di oggi parliamo di un evento che fino a una settimana fa non sapevamo neanche che sarebbe accaduto e neanche oggi sappiamo che cosa è accaduto», spiega Bertinotti

«Allora ci fu il primato della politica: oggi la politica non c’è proprio», osserva.

«Intanto vediamo se ci sarà una crisi vera. Nel frattempo, mettiamo in fila i fatti. Due giorni fa Draghi dice che misura moltissime convergenze con le proposte dei 5 Stelle tant’è che vengono trasposte nell’incontro con le parti sociali. Dunque, prima del voto al Senato abbiamo un premier che rassicura i grillini per una sostanziale convergenza. Ora, a dire della povertà della politica, lo scartamento successivo sembra determinato solo da un fenomeno regolamentare: se al Senato ci fosse stato il Regolamento della Camera non avremmo avuto la crisi. Possiamo pensare questo?», continua l’ex presidente della Camera.

«Conte è il leader in difficoltà di una formazione politica in difficoltà. I 5 Stelle nascono come la traduzione del populismo in politica: strada facendo quel progetto originario è scomparso. Oggi sono in crisi di consenso e il loro leader è in una condizione più di inefficacia che di leadership reale. Ma questo non spiega la vicenda attuale», dice ancora Bertinotti.

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