“Abbiamo chiesto di discutere di ciò che serve a famiglie e imprese, non mi sembra si possa definire un ultimatum. Giuseppe è stato coerente, anche nella ricostruzione di quanto successo in questi giorni. Non abbiamo mai sfiduciato il governo. Draghi si è dimesso a dispetto delle nostre dichiarazioni di voto e dell’ampia maggioranza che ha ottenuto”.
Così Mariolina Castellone, capogruppo M5S al Senato, su La Stampa.
Tanti vostri parlamentari minacciano di dire addio. “Stiamo facendo un percorso partecipato. Se uno non si riconosce più in un progetto è bene che faccia scelte diverse. Più che il numero, serve la compattezza. Abbiamo messo in conto che qualcuno possa abbandonare”. Se lo mettete in conto è perché siete sicuri di lasciare? “Non dipende da noi ma da Draghi, che deve decidere se revocare le dimissioni o confermarle. Ci sarebbero addii in ogni caso probabilmente. Il problema è Luigi Di Maio, che invece di fare il ministro si impegna a ingrossare le file del suo partito. Sono frequenti i suoi contatti e tentativi di avvicinamento ai nostri parlamentari”. Ma l’alleanza col Pd resiste? “Vedremo. Le formule del campo largo ci interessano poco. Ci sentiamo parte del campo progressista, ma i compagni di viaggio sono importanti per essere credibili e andare lontano”.
Nardella: mille sindaci per il Draghi bis
Dario Nardella, sindaco di Firenze, è stato tra i primi cittadini promotori della campagna per chiedere a Mario Draghi di restare alla guida del governo. Quella lettera ha già raccolto più di mille adesioni. “Mille sindaci che in 24 ore aderiscono a un appello partito con undici firme è un dato impressionante – segnala il sindaco intervistato da ‘Qn’ -. Dimostra quanto sia grande la preoccupazione per questa crisi di governo inspiegabile e quanto sia forte il rapporto tra i primi cittadini e il presidente Draghi”. “A noi sindaci – spiega Nardella – non interessa il posizionamento politico ma evitare il blocco delle città con una crisi al buio come questa”. La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha però duramente attaccato l’iniziativa dei sindaci. “Credo che il nervosismo e l’aggressività dell’onorevole Meloni siano totalmente fuori luogo – commenta Nardella -, anche perché l’appello è stato firmato da molti sindaci del centrodestra tra cui ricordo quelli di Genova, Venezia, Arezzo, Lucca, Barletta, Asti. Non è un’iniziativa di partito ma trasversale”. Con una crisi di governo adesso, per i Comuni c’è il “rischio di rallentare pericolosamente le progettazioni per le opere pubbliche finanziate con il Pnrr”, spiega Nardella.