Sono stati solo una quindicina, secondo quanto riferito da fonti 5Stelle vicine ai vertici, gli eletti del M5S a favore di un voto della fiducia a tutti i costi intervenuti durante la riunione iniziata sabato sera e ricominciata ieri mattina alle 10.30.
Tra chi, nella mattinata di ieri, ha preso la parola appoggiando la relazione del presidente Conte ci sono: Torto, Buompane, Bella, Gallo, Silvestri, Salafia, Cubeddu, Manzo, Baldino, Currò, Scerra, Tuzi, Lomuti, Lupo, Pellegrini, Salafia, Ciprini, Santangelo, Liuzzi. E ancora: Naturale, Gaudiano, Castellone, Melicchio, Migliorino, Guidolin, Raffa, Pisani, Scutellà, Penna, Papiro, Fede, Brescia, Tripiedi, Santillo. Hanno invece espresso forti perplessità (se non addirittura una netta contrarietà) sull’ipotetica uscita del M5S dalla maggioranza: De Lorenzis, Martinciglio, Pignatone, Soave Alemanno, Sut, Barbuto, Invidia, Cimino, Tripodi, Azzurra Cancelleri, D’Incà, Grillo, Lorenzoni, Dieni e D’Arrando.
La ripresa dell’assemblea è stata rinviata alle 20 ma alla fine si è deciso per un aggiornamento a oggi pomeriggio.
Durante la riunione in video-conferenza iniziata alle 10.30 – si legge su Adnkronos – i toni si sono surriscaldati quando la senatrice Giulia Lupo ha puntato il dito contro i “tiratori scelti” che a suo dire starebbero destabilizzando il M5S dall’interno: “Rispetto le idee di tutti, ognuno fa le sue scelte. Ma se lo specchio non può sputarvi, allora forse potrebbe iniziare a farlo qualcuno di noi…”, le parole al vetriolo della parlamentare contiana.
Secondo quanto viene riferito, più di qualcuno avrebbe apostrofato i governisti con un esplicito “un abbraccio ai traditori”. Tra i più bersagliati dalle critiche ci sarebbe Maria Soave Alemanno (membro del direttivo grillino alla Camera e delegata d’Aula) che non a caso ieri è stata una delle prime a manifestare la sua intenzione di continuare ad appoggiare il governo Draghi. Nel mirino di alcuni contiani anche il capogruppo Davide Crippa: “In Consiglio nazionale devi rappresentare il pensiero della maggioranza e non portare la tua opinione personale”, l’accusa indirizzata al presidente dei deputati, contrario all’ipotesi di innescare una crisi di governo. Particolarmente ‘duri’ nei confronti dei filo-governativi sono stati gli interventi di Leonardo Donno, Sebastiano Cubeddu e Gilda Sportiello.
“E’ un clima da caccia alle streghe”, si è sfogato con l’Adnkronos un parlamentare, “è impossibile esprimere un’opinione in dissenso senza essere tacciati di essere dei pupazzi di Di Maio”. Qualcuno in chat arriva a evocare metodi da repressione fascista verso i dissidenti. Ad ogni modo la bilancia del consenso interno pende dalla parte di Conte: “46 parlamentari intervenuti finora sono sulla linea del leader, 19 sono per dare la fiducia a Draghi, 3 gli indecisi”, ha spiegato un eletto contiano ‘armato’ di pallottoliere. Ma la partita è ancora lunga.