«Sono convinto che nessuno debba tirare Draghi per la giacca. Lui sa già cosa deve fare, perché è quello che ha già fatto per 17 mesi: pensare unicamente al bene del Paese, fare le riforme, attuare il Pnrr e difendere le radici, ossia i valori che ha tutelato instancabilmente finora, permettendo all’Italia di recuperare credibilità e reputazione».
Così Renato Brunetta, economista e ministro per la Pubblica amministrazione, intervistato dal ‘Corriere della Sera’.
Secondo il ministro si deve puntare su «due punti su tutti: l’europeismo “evolutivo”, nel senso inaugurato dal Next Generation Eu, e poi interpretato da lui stesso e da Macron nei discorsi di maggio, e l’atlantismo scevro da ogni ambiguità, tradotto nella vicinanza al popolo ucraino per cercare la pace senza cedere a chi, come Putin, vuole ridisegnare i confini dell’Europa con la forza».
Quanto alla richiesta in nove punti avanzata dal M5S a Draghi, Brunetta ha detto: «Ma quei punti non sono affatto in discussione, sono quasi tutti già nell’agenda Draghi, dal salario minimo al reddito di cittadinanza, addirittura rifinanziato e riformato nella legge di Bilancio per il 2022. Men che mai possono registrarsi divergenze sugli aiuti alle famiglie e alle imprese contro il caro bollette e il caro energia, per i quali l’esecutivo ha già stanziato 33 miliardi e che intende rafforzare fortemente a fine mese».
«Le urne anticipate non sono di per sé una sciagura. Ma serve sempre una attenta valutazione del rapporto costi-benefici, che oggi risulta enormemente squilibrato: i costi di urne anticipate di sei mesi appaiono di gran lunga maggiori dei benefici. Un gioco che, per il Paese, non vale assolutamente la candela e infatti i cittadini non capiscono. Il centrodestra di governo sta dalla parte del Paese», ha anche detto l’esponente di Forza Italia.
Cosa si aspetta dai partiti domani? «Che non pretendano da Draghi più di ciò che Draghi ha dato, ma abbiano la forza di condividere con Draghi una nuova prospettiva. I partiti che si riconoscono nell’agenda Draghi-Mattarella devono rinnovare una chiara e ferma responsabilità verso il Paese, riconfermandosi reciprocamente, e poi manifestando al Quirinale e allo stesso premier le ragioni di una fiducia non più solo emergenziale, ma squisitamente politica, per dare continuità e stabilità all’azione di governo. Il capo dello Stato si troverebbe di fronte a una nuova manifestazione di significativa volontà politica», ha risposto Brunetta.