Governo, Tabacci: al voto Draghi candidato dei progressisti

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“Se si andasse a votare, il centrosinistra dovrebbe presentarsi con una larga coalizione dichiarando fin da subito che, se vincesse, l’unico premier possibile sarebbe Mario Draghi”. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Bruno Tabacci, presidente di Centro Democratico, espone così il disegno sulla quale si starebbe già lavorando. “Ogni italiano, avendo di fronte una sfida per la premiership tra una figura del suo calibro e la Meloni, capirebbe quale sia la posta in palio”, dice intervistato da La Stampa. Mercoledì alle Camere “Draghi farà un discorso di verità mettendo avanti gli interessi del Paese – prevede Tabacci – Ma se le risposte delle forze politiche fossero cariche di ambiguità, a differenza della partecipazione preoccupata che hanno mostrato le categorie produttive e le rappresentanze sociali, non resterà che prenderne atto”. L’ipotesi del sottosegretario fa riferimento a “uno schieramento ampio di centrosinistra, che si ispiri ai progressisti, agli ambientalisti.

Calenda: Draghi non tratti, prendere o lasciare

Mario Draghi deve andare avanti a governare, ma solo se saranno i partiti ad accettare le sue condizioni. Ad affermarlo in un’intervista al ‘QN’ è il leader di Azione Carlo Calenda che dice di essere “tra quelli che vogliono fortemente che Mario Draghi guidi il Paese in uno dei momenti più drammatici della nostra storia. Ma non si può pretendere che Mario Draghi diventi il parafulmine delle irresponsabilità dei partiti”. Ecco perché al premier “non gli si può chiedere, e non deve farlo, di rimanere a ogni costo e a prescindere”. Domani si terrà il voto di fiducia alle Camere. “Mario Draghi – sostiene il leader di Azione – deve andare in Parlamento e fare un discorso ultimativo dicendo con chiarezza come intende governare da qui alla fine della legislatura”. In particolare, “deve spiegare che non tollererà più le richieste folli della Lega di uno scostamento di bilancio o di una contro-riforma delle pensioni. E che non accetterà più i no e i veti a infrastrutture, rigassificatori, termovalorizzatori dei grillini e della sinistra”.

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