«Quello che è successo ieri è gravissimo. La crisi si era aperta a causa delle convulsioni del M5S: non era facile riuscire a prendersi la responsabilità di portare il Paese al voto in mezzo a una crisi senza precedenti, con l’inflazione ai massimi da quaranta anni, e una guerra. La Fi che ho conosciuto in questi venticinque anni di militanza e di impegno politico, sarebbe stata dalla parte di Mario Draghi, che ha fatto un ottimo lavoro, è un convinto europeista, e che certo non è di sinistra».
Lo dice al Corriere della Sera la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, che ieri ha annunciato il suo addio a Forza Italia.
E perché non è successo? «Vuole la verità? Lega e FI il governo lo hanno sempre sopportato e non supportato. E già dalla settimana scorsa la Lega ha cominciato a mettere paletti, fino ad arrivare a prefigurare la richiesta di sostituire un ministro come Lamorgese (che non è dei 5 Stelle!), senza che da FI si alzasse una sola voce critica. La gestione di ieri è stata la rappresentazione dell’appiattimento acritico sulla Lega ed è stato il colpo definitivo di una storia ultra ventennale di battaglie liberali, riformiste ed europeiste. Avranno anche il consenso dei tassisti probabilmente, ma non quello di chi crede nelle riforme, nell’UE, nel liberalismo e nella concorrenza. Non potevo restare un minuto in più in un partito che non riconosco».
Lega e FI si fonderanno per contrastare la Meloni? «L’opprimente osmosi con la Lega era evidente da tempo. Mentre gli altri partiti di maggioranza riunivano i gruppi, le delegazioni di governo, i dirigenti, i vertici di FI parlavano solo con Salvini e con un ristretto cenacolo di dirigenti azzurri che meriterebbero la tessera ad honorem del Carroccio. I nostri parlamentari consultati solo a decisioni prese. E per quale risultato? Le elezioni ci sarebbero comunque state al più tardi in primavera: non far niente per impedirle adesso, mentre da ogni dove arrivavano appelli ad anteporre gli interessi del Paese, ha significato mettere a rischio gli obiettivi del Pnrr, la legge di bilancio, il nuovo decreto Aiuti che era in gestazione… Un danno enorme per il Paese e un passo che indebolirà il fronte occidentale. Putin sarà soddisfatto».
«FI si è disciolta nel populismo salviniano. La FI che ho conosciuto non avrebbe avuto dubbi nello scegliere fra Draghi e le pulsioni sovraniste di Salvini, e non avrebbe permesso che il presidente Berlusconi, che ha fatto grandi cose per il Paese, e che ha pagato per questo un prezzo alto, si allineasse a questa destra. Ho provato a convincerlo, ma è evidente che ha fatto la sua scelta, e io ho fatto la mia. Continuo a nutrire per lui stima e affetto. Pensare però che questa storia politica venga dissipata dentro la nuova destra trumpista e lepenista, mi addolora molto. Ma non posso far finta di nulla».
Si poteva andare avanti sino allo scadere della legislatura, operando l’esclusione di Conte con debiti metodi di dissenso e passaggi dei 5*.Anch’io che sono sempre stato un pavido ora penso che facilmente come tutti pensano la destra, con quest’ultima stronzata perderà un sacco di voti. E che partiti di centro e/o centro sinistra riescano a coinvolgere Draghi, tanto da indurre il popolo a votare una coalizione di centro sinistra. .Perché Berlusconi e Salvini si sono messi alla stregua di Conte. Stupidi coglioni caduti nella trappola della soluzione proposta dal mancato presidente. Ora figura in colpa il centro destra.COGLIONI IL POPOLO È IGNORANTE E BUE, NON CAPISCE NON CAPIRÀ, MA ALLA FINE GUIDATO DAGLI AFFAMATORI VOTERÀ COMPATTO LA SINISTRA. BRUTTI PIRLA. !!! VOI NON IL POPOLO.