Il futuro dell’Italia è “desolante”. Lo afferma il New York Times in un editoriale di David Broder, autore che sta lavorando a un libro sul fascismo nell’Italia contemporanea. Broder parla poi dell’ascesa del partito Fratelli d’Italia e della figura della sua leader Giorgia Meloni, divenuti fonti di ispirazione in altri Paesi europei. “Forse non vinceremo tutti insieme nel fuoco, ma se l’estrema destra dovesse prendere il governo, in Italia o altrove, alcuni di noi sicuramente bruceranno”, dice Broder rifacendosi alle parole contenute nel libro di memorie di Meloni.
Il New York Times dedica ampio spazio alle dimissioni di Mario Draghi, con le quali “si chiude un periodo di eccezionale stabilità e influenza politica e si apre una stagione politica che si promette caotica”, con l’Italia che torna di nuovo a essere un “laboratorio politico per l’Europa”.
“On Wednesday, in a sudden turn of events, the government collapsed,” @broderly writes of Italy. “Early elections, due in the fall, could open the way for the Brothers of Italy to become the first far-right party to lead a major eurozone economy.” https://t.co/L03OhjTJnJ
— New York Times Opinion (@nytopinion) July 22, 2022
Le Monde: “Il futuro del Pnrr dipende dall’Italia”
Il quotidiano francese Le Monde oggi torna a dedicare un’intera pagina alla crisi politica italiana e alle dimissioni del premier Mario Draghi.
“L’Italia – scrive il quotidiano parigino – è insieme alla Spagna il primo beneficiario” del piano di rilancio europeo (Pnrr) da 750 miliardi di euro, adottato dai “ventisette” in piena crisi pandemica, esattamente due anni fa, nel Consiglio europeo del 21 luglio 2020. “Nell’attuale contesto, il successo di questa iniziativa storica, finanziata da un debito comune dei ventisette Paesi membri, dipende in gran parte da Roma”, aggiunge Le Monde.
“Se l’Italia saprà usare questa manna per fare le riforme e far ripatire l’economia, l’intera Unione europea ne beneficierà”. Al contrario, avverte il quotidiano, “se fallisce, vi è la certezza che Berlino, l’Aja e gli altri Paesi frugali non accetteranno mai più questa esperienza di solidarietà europea”.