“Chi ottiene più voti ha l’onere e l’onore di indicare il candidato a Palazzo Chigi”. Il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, torna alla regola base della coalizione di centrodestra. E se dovesse spuntarla la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, dice a La Stampa, a Palazzo Chigi “vedrei molto più volentieri lei rispetto a Conte o altri”. “Figuriamoci se la Lega è contraria a che una leader di un partito del centrodestra faccia il capo del governo”, rimarca il deputato del Carroccio. E comunque, “chi dice che non prendiamo più voti di FdI e mandiamo Salvini a Palazzo Chigi?”, domanda. Il governo Draghi è caduto non per colpa della Lega, dichiara Molinari. “Questa è la narrazione che il Pd vuol far passare. Noi – ricostruisce il capogruppo – avevamo proposto un Draghi bis senza i Cinquestelle, è il Pd che non ha accettato”. E in ogni caso, aggiunge, “la crisi di governo è stata aperta dai Cinquestelle sul termovalorizzatore di Roma”. Per come è andata, “credo che nessuno possa più pensare di fare un governo coi Cinquestelle”. Nessuna paura per il voto anticipato. “Non mi piace la disperazione della sinistra per il voto, il terrorismo psicologico per cui senza il governo di unità nazionale il mondo finisce”, dice Molinari. La Lega si prepara al raduno di Pontida. Non ci saranno Berlusconi e Meloni. “Pontida è sempre stato un evento identitario, è la festa della Lega”, spiega.
Tajani: “Io premier? A disposizione. Su collegi correttivi a sondaggi”
“Io non ho ambizioni di premierato, non sono candidato, sono a disposizione di Berlusconi della coalizione per quello che tutti insieme vorremmo fare. Sono sempre stato un soldato non ambisco a nulla se non essere utile al Paese al centro destra. sono argomenti di cui parleranno presti leader che stanno per incontrarsi. Senza alcuna preclusione verso alcuno, che sarebbe insensata perche’ quello che conta oggi è la squadra, non un nome”. Così il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, parlando dell’ipotesi che FI lo canddidi alla premiership. Sulla divisione dei collegi uninominali non c’è ancora un’intesa c’è chi propone di attribuirne un terzo per ogni grande partito? “Questa è un’ipotesi – risponde – nessuna decisione è stata presa. Certo e’ difficile che si possono dividere i collegi solo sulla base dei sondaggi e senza correttivi come risultati storici dei partiti. Ma sono certo che troveremo una rappresentanza equa che soddisferà tutti perché tutti andiamo nella stessa direzione: quella di voler vincere governare con serietà come centro destra”.