“Sono in una fase di riflessione profonda. La scelta che mi sono visto costretto a fare pesa molto. Vediamo cosa accade nei prossimi giorni”, “con il Pd, per ovvie ragioni, c’è sempre stato un dialogo costante, anche in quel famoso mercoledi’ in Senato”.
Così Davide Crippa spiegando al Corriere della Sera le ragioni del suo addio al Movimento 5 stelle.
“Il problema non è la discussione che abbiamo visto in questi giorni sul vincolo dei due mandati, soprattutto per un movimento che ha derogato a molte altreregole, ma ciò che il M5S oggi è o vuole essere, una casa che non riconosco piu'”, aggiunge Crippa. “Sono vicino a Grillo da tempo, ho condiviso con lui ogni passo, soprattutto dallo scorso anno al momento dell’avvento di Conte come capo politico e alla riscrittura delle regole e dello Statuto del partito, tanto sofferto e dibattuto. Non mi sento tradito, semplicemente non comprendo piu’ la strategia e le logiche che guidano certe azioni”. L’errore piu’ grande di Conte? “Disfare il progetto del campo largo progressista e la consegna della testa di Draghi alla destra”.
“Le Parlamentarie sono un potente strumento di coinvolgimento delle persone normali nella politica: io stesso sono entrato in Parlamento grazie a quello strumento che secondo me conserva il suo valore. Sulla regola dei due mandati mi sento solo di dire che meriterebbe una riflessione rispetto alla necessità di qualsiasi formazione politica di dover formare una classe dirigente in grado di promuovere le istanze in modo efficace e di attuare un programma politico sapendo muovere i passi giusti, in un ambiente estremamente complicato di regole e molteplici equilibri, per non disperdere la forza che viene dal consenso degli elettori, ha detto ancora l’ex capogruppo, che alla domanda se non fosse meglio tentare lo strappo nei giorni della crisi del governo Draghi, ha risposto: “Se avessi consumato lo strappo in quel momento non avrei potuto tentare, come ho fatto fino in fondo, di salvare il salvabile nel rispetto del mio ruolo di presidente di un gruppo parlamentare che ha creduto in me eleggendomi per tre volte”.