Sondaggio Pagnoncelli: «Netto vantaggio del centrodestra, ma le opinioni e gli orientamenti di voto degli italiani si devono ancora consolidare»

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«Chi guadagna e chi perde consenso dalla crisi di governo e dalla chiusura anticipata della legislatura? Tra i partiti aumentano Fratelli d’Italia (+3,3%) e Partito democratico (+2,4%), mentre arretrano Lega (-1,5%), Movimento 5 Stelle e Forza Italia (entrambe -0,8%) tra le forze politiche principali, e tra quelle minori il movimento di Luigi Di Maio, Insieme per il futuro (-1%), e Italexit (-0,9%). La graduatoria vede in testa il partito di Giorgia Meloni (23,3%) e il Pd (23,2%), distanziati di un solo decimale e ai massimi livelli registrati da sempre il primo e dall’inizio della legislatura il secondo».

È quanto emerso dall’ultimo sondaggio di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera.

«A seguire Lega (13,5%), Movimento 5 Stelle (11,3%) e Forza Italia (9%). Tra gli altri, superano la soglia di sbarramento la federazione Azione/+Europa (3,6%), l’alleanza tra Sinistra italiana e Verdi (3,4%) e Italexit (3,1%). Con l’annuncio della data delle elezioni si è ridotta di quasi due punti la quota degli astensionisti e indecisi, oggi al 40,6%. Il venir meno della possibile alleanza tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle a seguito del ruolo assunto dai pentastellati nel determinare la fine del governo Draghi, assegna un netto vantaggio alla coalizione di centrodestra su quella di centrosinistra (45,8% a 33%)», ha fatto sapere Pagnoncelli, che ha avvertito: il sondaggio «fotografa un netto vantaggio del centrodestra, ma le opinioni e gli orientamenti di voto degli italiani si dovranno consolidare, anche in relazione alla configurazione degli schieramenti in campo e alle loro proposte politiche».

Il sondaggista si è posto una serie di domande: «Le questioni aperte sono molte, basti pensare agli elettori di centrodestra che apprezzano Draghi e si dolgono della caduta del governo da lui guidato (ad esempio, gli imprenditori e gli artigiani delle regioni settentrionali): come si comporteranno? Confermeranno il voto al partito a cui si sentono più vicini oppure si asterranno, oppure ancora sceglieranno un partito dello schieramento avversario che intende dare continuità all’azione del governo Draghi? E nello schieramento avversario esiste una forza in grado di «traghettare» questo elettorato? E le personalità di Forza Italia che hanno preso la sofferta decisione di lasciare il loro partito troveranno un nuovo soggetto nel quale approdare e potranno contare su un adeguato seguito elettorale? E, ancora, che fisionomia avrà lo schieramento avversario del centrodestra?».

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