“Si può dire che la campagna acquisti, il mercato delle vacche, le sigle e siglarelle di sedicenti statisti a rischio overdose di xanax, i veti solo sulle poltrone (mai su questioni vitali per i cittadini), i programmi inesistenti, le facce come il culo, le natiche ricoperte di vinavil, i partiti che nascono, quelli che si sciolgono, quelli che cambiano nome in meno di 3 settimane (evidentemente “Insieme per la colla vinilica” ha capito che il nome era già bruciato e si è data al restyling), i tromboni che stanno in Parlamento ancor prima che Zico arrivasse ad Udine e che ci vogliono dire come si risolvono in problemi…”.
Così su Facebook Alessandro Di Battista, che aggiunge:
“Si può dire che si tratta di uno spettacolo stomachevole? Questi pensano che non vi sia vita al di fuori delle mura di Montecitorio. E’ una roba di una tristezza inaudita. Ma fosse solo triste ci riderei su. Il problema è che questo ‘suq’ parlamentare non farà altro che allontanare ancor più i cittadini dalle urne. Cioè renderà di fatto ancor meno democratica questa claudicante democrazia”, conclude.
Di Battista contro Letta, Meloni, Di Maio, Calenda, Renzi: “Baciano la pantofola del Presidente USA di turno”
“«Siamo europeisti ed atlantisti». Lo ripetono a pappagallo Letta, Meloni, Di Maio, Calenda, Renzi. Le agenzie che riportano le loro dichiarazioni sono tutte identiche. Se nel testo mancasse “lo ha detto Letta in occasione di” o “ribadisce la leader di FdI in un convegno a” nessuno, e dico nessuno, potrebbe indovinare l’autore del messaggio. Lo chiamano senso di responsabilità ma è il solito, patetico, bacio alla pantofola del Presidente USA di turno”.
Così su Facebook Alessandro Di Battista.
“I politici professionisti più che alle sorti del Paese e alla costruzione di politiche nuove, lungimiranti, anche, chiaramente, difficili da perseguire (i cambiamenti se sono veri necessitano tempo) pensano al proprio potere. Preferiscono non perdere treni piuttosto che dare la giusta direzione al Paese. Contrariamente a quel che scrivono di me io non sono affatto anti-americano. Semplicemente non considero più da parecchi anni europeismo ed atlantismo concetti sovrapponibili. Oggi più NATO significa meno Europa. Ma se non si è liberi di ragionare, di parlare e, soprattutto si è schiavi del proprio carrierismo, tale concetto viene rigettato mentre si predispone la consueta fatwā mediatica verso tutti coloro che non si allineano al pensiero dominante. Oggi più che mai gli interessi USA (legittimi, le grandi potenze tendono ad essere sempre egemoniche) cozzano con quelli europei. La guerra in Ucraina (una guerra sempre più dimenticata) e la totale mancanza di una strategia di pace da parte europea lo dimostra chiaramente”, ha scritto ancora l’ex deputato.
“Quando il governo italiano (la Meloni era ministro e Berlusconi presidente del Consiglio) autorizzò la guerra in Libia – ovvero la più grande sconfitta strategica per l’Italia dal dopoguerra in poi – i politici erano atlantisti o europeisti? Perché per obbedire alla Clinton e a Sarkozy il governo italiano (con l’opposizione del PD in totale sintonia e Letta era deputato) ha consentito la destabilizzazione del principale alleato nel Mediterraneo. Un Paese che non mi pare diventato magicamente democratico. Un paese i cui vuoti di potere sono stati colmati anche dai russi.
Per obbedire ciecamente agli ordini USA l’Italia ha, di fatto, favorito l’allargamento dell’influenza russa nel Mediterraneo. Eccoli i veri “putiniani”, non chi da mesi si sgola nel denunciare il fallimento della strategia europea – ed italiana in particolare – rispetto alla tragedia ucraina. Ma le “fotocopie elettorali” non si possono permettere un sussulto di orgoglio. Ne va della loro carriera. E’ il carrierismo il vero nemico della Politica”, ha concluso.
vi ricordate il compianto Franco Battiato quando disse: “In Parlamento troie disposte a tutto”.
Ebbene si rivolgeva a tutti i sessi indistintamente.