M5s, Dieni: ‘Lascio, decisioni vertici non mi appartengono più’

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“Oggi, pur con profondo rammarico, cristallizzo la mia decisone di lasciare il M5s”. Lo afferma, in una nota, Federica Dieni, deputata M5s e vicepresidente del Copasir. “E’ da tempo che le decisioni che vengono prese dai vertici – aggiunge Dieni in una nota – non mi appartengono più. Erano ormai troppe le scelte non condivise a cui mi sono attenuta per mera disciplina di partito, ma che hanno determinato in me un profondo disagio interiore e uno scollamento rispetto ad un progetto in cui non posso riconoscermi. Chi ha seguito la mia azione politica sa che non ho mai nascosto il mio disaccordo riguardo a molti temi cruciali che hanno toccato questioni importanti in ambito nazionale e locale. Ho condotto le mie battaglie a viso aperto. Ho tentato, dall’interno del Movimento, di portare avanti un confronto costruttivo, ma ogni volta che ho intrapreso la via del dialogo ho trovato solo un muro”.

Governo, Patuanelli: ‘M5S non unico responsabile crisi’

“Sono esponente di una forza politica indicata come unica responsabile della crisi ma penso che la responsabilità sia molto diffusa tra le forze politiche in campo, come sempre quando le legislature finiscono tutti i soggetti in campo hanno dato un contributo nel non capire dove si stava arrivando, dò una parte della responsabilità alla mia forza politica ma non una responsabilità unica”. E’ quanto ha affermato il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli intervenendo al consiglio direttivo della Cia-Agricoltori italiani, in corso a Roma.

Elezioni, Pedicini: con Di Maio e Letta trionfa falsa politica

“È la politica che viene meno al suo ruolo di rappresentanza dei cittadini, quella presentata sul piatto di queste elezioni. Una politica che per anni è stata il palcoscenico sul quale sono andate in scena le differenze tra forze contrapposte, pronte a darsele in nome di questo o di quell’ideale, di questo o di quel provvedimento. Ma che vede quelle stesse forze giurarsi oggi amore eterno al sol fine di concorrere in direzione 25 settembre.” Lo dichiara l’eurodeputato del Gruppo Greens-Efa Piernicola Pedicini.

“È il caso paradossale di Luigi Di Maio e dei suoi sodali, confluiti tra le truppe della Democrazia Cristiana di Tabacci, ovvero in quel sistema che per primi avrebbero voluto cancellare, ma che oggi si rende necessario per la loro sopravvivenza. Solo così il ministro degli Esteri può saltare il fosso della raccolta firme. Non ne avrebbe il tempo né, probabilmente, la credibilità perché la gente decida di fermarsi ai suoi banchetti. Ma è pure il caso del Pd di Enrico Letta, che sta facendo carte false per convolare a nozze con Calenda, che a sua volta non ha perso tempo ad arruolare Gelmini e Carfagna, dando vita a un nuovo centro-destra”.

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