“Luigi Di Maio non ha un voto. Chi conosce il fanciullo di oggi, lo evita. Trasformista, disposto a tutto, arrivista, incline al più turpe compromesso pur di stare nei palazzi. Perché il Pd dovrebbe concedergli il “diritto di tribuna”, un modo politicamente corretto per descrivere il solito paracadute sicuro, tipo la Boschi candidata a Bolzano nel 2018? Perché? Che rassicurazioni ha avuto mesi fa, quando portava, insieme a Grillo, il M5s tra le braccia di Draghi? Queste sono domande che dovrebbero avanzare i giornalisti”.
Lo scrive su Facebook Alessandro di Battista.
“Ma, salvo rare e preziose eccezioni, oggi i giornalisti a Di Maio non chiedono nulla. Lo trattano come Mazzarino nonostante abbia dilapidato un consenso colossale costruito con il sudore della fronte anche (e soprattutto) di persone che non hanno chiesto mai nulla in cambio. Calenda che fino a poche ore fa fingeva attacchi di orticaria al solo sentir pronunciare il nome di Di Maio sta zitto e buono. Ha ottenuto poltrone su poltrone e gli basta così”.
Todde: M5s sarà la sorpresa del voto
“A quale percentuale puntiamo? Non gioco con i numeri. Io sono contenta per ogni voto che prenderemo in piu’, i cittadini parleranno alle urne. Questa legge dimostra che non si può governare da soli, e ciò vale per il Pd è per tutti partiti. Il nostro obiettivo è raggiungere piu’ persone possibili in modo da tornare nuovamente ad incidere. Il Movimento sarà la sorpresa delle elezioni”. Lo dichiara a RTL la viceministra al Mise e vicepresidente del M5s, Alessandra Todde. “Con Bonelli e Fratoianni abbiamo molti temi in comune e se ci si incontrerà sul programma credo che sarebbe cosa giusta provare a costruire un percorso comune. Noi stiamo lavorando su un’agenda chiara, sociale, progressista, di sinistra, e sono convinta che lo spazio per lavorare si possa costruire. Il M5s è l’unica forza politica, a differenza di tutti gli altri, a non avere messo veti”, aggiunge.